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Cronologia:
[a] 1287-1289: costruzione del fronte della cinta muraria
scaligera sulla riva sinistra, a meridione della città, dai
terreni incolti (Campo Marzo) prossimi al fiume fino al rilievo
collinare (San Zeno in Monte).
[b] 1527-1567: rafforzamento della cinta scaligera con la costruzione
del Bastione delle Maddalene (1) e del Bastione di Campo Marzo (2).
[c] 1803: progetto di qualificazione civile del Campo Marzo per
un nuovo teatro, una piazza e un pubblico passeggio con viali, rotonde
e un boschetto.
[d] 1852-1853: costruzione delle Travers-Casernen I,
II, III, IV per artiglieria ippotrainata; costruzione della
cavallerizza coperta (Winterreitschule); progetti per il
magazzino del fieno (Heumagazin), e per il deposito delle
artiglierie (Geschützschupfen).
[e] 1863-1865: costruzione del magazzino del fieno e del deposito
per le artiglierie.
Committente/Progettista:
[a] Alberto I / progettista sconosciuto.
[b] Repubblica Veneta / (1) Francesco Maria della Rovere, Pier Francesco
da Viterbo; (2) Francesco Malacreda.
[c] Regio Capitano Provinciale A.B. Marenzi / Bartolomeo Giuliari;
Giuseppe Barbieri, architetto.
[d] Impero absburgico; F.M. J. Radetzky (Comandante d’Armata)
/ maggiore, poi tenente colonnello Conrad Petrasch (Direttore della
Genie Direction di Verona); capitano Julius Bolza (in servizio
alla Genie Direction di Verona).
[e] Impero absburgico; F.Z.M. Ludwig von Benedek (Comandante d’Armata)
/ tenente colonnello Andreas Tunkler von Treuimfeld (Direttore della
Genie Direction di Verona); capitano Julius Bolza (Genie
Direction di Verona; progetti 1853).
Proprietà:
Demanio dello Stato. In uso all’Esercito.
Descrizione:
Come nei secoli precedenti, in epoca absburgica
il Campo Marzo, o Campo Fiore, mantiene una speciale utilità
militare sia come piazza d’armi, sia come luogo di insediamento
di molteplici edifici dell’esercito. Il suo vasto spazio è
compreso tra l’abitato di Veronetta, il complesso conventuale
demanializzato di San
Francesco di Paola a ovest, e la Cinta Magistrale restaurata
a sud est. È ancora attraversato e parzialmente delimitato,
sul lato settentrionale, dal Fiumicello di Montorio.
Nello spazio interno, destinato agli esercizi
militari, alla gola del Bastione
di Campo Marzo, lungo il muro scaligero, e lungo il lato settentrionale,
sul confine con i conventi demanializzati delle Maddalene
e di Santa Marta,
sono disposte le quattro Travers-Casernen (caserme a traversa),
per l’artiglieria ippotrainata (quattro batterie). Si tratta
di un tipo architettonico originale e razionale applicato dai progettisti
absburgici, composto da un lungo fabbricato lineare, a un solo piano,
per le scuderie, nel mezzo del quale è innestata ortogonalmente
(a modo di traversa), la caserma, su due piani, per il reparto di
artiglieria ippotrainata. Di fronte alle scuderie erano sistemate
cinque cavallerizze scoperte. Lungo la cortina medievale, tra la
Batteria Pellegrini
e Porta della Vittoria,
era addossata un’altra scuderia lineare, priva della caserma
a traversa.
Nelle dieci scuderie di Campo Fiore potevano essere
ricoverati 372 cavalli, che corrispondevano alla dotazione di un
reggimento di artiglieria da campagna in tempo di pace. L’insieme
logistico delle quattro Travers-Casernen era completato
dalla cavallerizza coperta (Winterreitschule), dal vasto
magazzino per il fieno (Heumagazin), e dal deposito per
le artiglierie da campagna (Geschützschupfen).
Un altro deposito per gli affusti (Laffetendepot
Maddalena), riservato all’artiglieria da fortezza, era
situato di fronte alla gola del Bastione
delle Maddalene; il grande deposito era racchiuso all’interno
di un recinto di sicurezza, nel quale era compresa anche la casa
del custode militare
Stato di conservazione:
Nel corso del Novecento si riduce parzialmente
la superficie del Campo Marzo, pur persistendo l’importanza
militare dei suoi stabilimenti, come centro di servizio logistico
e sede di unità operative. Il tronco di strada in prolungamento
di via dell’Artigliere, diretto ai fornici aperti nella cinta
magistrale, separa il Campo Marzo dal complesso di San
Francesco di Paola. Durante la seconda guerra mondiale i bombardamenti
aerei hanno ripetutamente colpito l’intero settore. Le Travers-Casernen,
danneggiate, sono state demolite. La medesima sorte è toccata
alla cavallerizza coperta, al magazzino del fieno e ai due depositi
per l’artiglieria; al loro posto sono sorte altre costruzioni
militari.
Osservazioni:
Data l’importanza del Campo Marzo (detto
anche Campo Marzio) nella storia della città, è
utile illustrarne sinteticamente il carattere e i momenti storici
fondamentali.
La denominazione campus martius, si fa
risalire all’epoca tardo-romana, o bizantina; era un terreno
incolto, destinato alle esercitazioni delle truppe. In epoca medievale
indicava i terreni, in gran parte paludosi, posti a sud della chiesa
di San Vitale e dei rilievi collinari, racchiusi dalla grande ansa
fluviale dell’Adige, usati come pascolo e per le esercitazioni
militari.
Con la costruzione delle successive cinte medievali
e con il rafforzamento cinquecentesco si distingue il Campo Marzo,
dentro le mura, da quello extra moenia. Consolidatosi lo sviluppo
urbano, a sinistra d’Adige (sec. XIII-XIV), il Campo Marzo
dentro le mura viene limitato alla fascia adiacente al recinto difensivo.
Alcuni storici ritengono che la denominazione
dovesse intendersi campo marcio, riferita alla palude esistente
già in epoca romana nella zona dell’attuale cimitero;
in effetti, documenti dei sec. XI e XII ricordano terreni incolti,
siti in campo marcio. I terreni, più tardi denominati
campo marzo o marzio erano spesso ricoperti da
acquitrini, tant’è vero che il toponimo di Cantarane
lo assumerà proprio la strada che li delimitava.
Alla denominazione di Campo Marzo (Campo
Marzio) si sovrappone quello di Campofiore a partire
dalla fine del sec. XVIII. Viene spesso ricordato che il Campo Marzo,
divenuto proprietà della signoria scaligera, fu trasformato
in “giardini bellissimi”. Tuttavia il toponimo appare
solo alla fine del Settecento. L'ambivalenza toponomastica viene
risolta dai cartografi ottocenteschi: nelle mappe del Catasto Austriaco
le denominazioni vengono distinte riferendo il nome di Campofiore
ai terreni collocati all’interno della cinta magistrale, mentre
il nome di Campo Marzo è attribuito ai terreni esterni
alla cinta magistrale e delimitati dall’ansa dell’Adige.
La prima delimitazione del Campo Marzo avviene
con la costruzione del Muro Vecchio di Campo Marzo, negli anni 1002-1024.
La cinta si staccava al piede della collina, sopra l’attuale
piazza XVI Ottobre, e proseguiva lungo le attuali via Cantarane,
via Nicola Mazza e via Museo, attestandosi alla riva dell’Adige.
Un resto del muro può essere individuato nel punto in cui
era attraversato dal Fiumicello di Montorio, che corrisponde attualmente
allo spazio, ancora in parte inedificato, tra il fianco della chiesa
di Santa Caterina da Siena e l’annesso convento (poi provianda),
visibile in via Don Mazza.
Il muro aveva più le caratteristiche del
muro di recinzione che quelle di una cinta difensiva, benché
fosse più alto di quelli di solito costruiti a protezione
delle braide (braida deriva dal tedesco breit,
ovvero terreni cinti da mura). In esso si aprivano tre
porte: la porta detta di San Sepolcro (di cui si ha notizia nel
1037) orientata verso nord; la porta detta del Vescovo (ricordata
nel 1023) situata ad occidente dell’attuale porta; la porta
di Campo Marzo, che doveva essere ubicata sull’attuale via
dell’Artigliere. Nel recinto murario erano incluse le chiese
di San Nazaro e di San Paolo. La chiesa di San Sepolcro ne rimaneva
esclusa.
La derivazione artificiale del fiumicello di Montorio,
la cui esistenza è ricordata già in un documento dell’anno
1057, si fa risalire al sec. X, o addirittura all’epoca romana.
Nel secolo XII, con la generale ripresa delle
attività economiche e manifatturiere sulla sinistra d’Adige,
si intensifica anche l’espansione edilizia nella contrada
di San Paolo, come negli altri sobborghi di Veronetta. Negli anni
1130-1154 sono costruite le mura comunali di sinistra d’Adige
(attestate a Porta Organa) che includono le contrade di San Giovanni
in Valle e Santa Maria in Organo. Contemporaneamente si congiunge
il Muro Vecchio di Campo Marzo alle nuove mura comunali.
I terreni inedificati, esternamente al Muro Vecchio,
inizialmente erano tenuti a prato a cura del Comune, e vi si svolgevano
le esercitazioni militari. Gli uomini d’arme (milites)
avevano diritto di pascolo per i propri cavalli. Già nei
primi anni del secolo XII nei pressi della chiesa di San Paolo in
Campo Marzo viene trasferita la fiera di San Michele e Santa Giustina.
I terreni già allora coltivati erano irrigati dal Fiumicello
di Montorio.
Nella prima metà del sec. XIII i terreni
di Campo Marzo esterni al Muro Vecchio vengono progressivamente
occupati dai complessi conventuali (Santa Maria Maddalena, poi Santa
Marta, Santa Maria delle Vergini, San Cristoforo). Con la costruzione
delle mura scaligere di Alberto I (1287-1289), edificate al limite
del terreno paludoso, i monasteri furono inclusi nell’organismo
urbano. Contemporaneamente il Muro Vecchio perse la funzione difensiva
e fu progressivamente sostituito dalla cortina di case che ha generato
l’attuale via Cantarane.
L’imponente intervento fortificatorio cinquecentesco
(Bastione delle
Maddalene, 1527; Bastione
di Campo Marzo, cominciato nel 1567) consolidava la destinazione
funzionale dell’intero settore del Campo Marzo: i grandi spazi
erano utilizzati dall’armata veneta per le esercitazioni militari
e per gli accampamenti temporanei.
I complessi di Santa Maria delle Vergini e di
Santa Maria Maddalena, con gli orti annessi recintati, rimangono
pressoché immutati nel loro assetto di unici elementi edificati,
isolati all’interno del Campo Marzo.
Nella prima metà del XVIII secolo nel Campo
Marzo fu trasferita la Fiera, che non poteva più svolgersi
in Piazza Bra, a causa dell’incendio del 1722. Il grande complesso
della Fiera fu costruito negli anni 1722-1725. Sia la localizzazione,
sia il progetto sono derivati dal diretto interessamento del marchese
Scipione Maffei. Ma l’edificio costruito dall’architetto
Lodovico Perini, pur rispettando l’impianto planimetrico maffeiano,
ne modificava l’architettura, specialmente negli alzati. Lo
stesso Perini progetta la fabbrica per i quartieri delle milizie
destinate alla custodia della fiera, posta a ridosso della cinta
urbana. La fiera andò declinando verso la fine del Settecento.
Gli edifici, occupati dalle truppe francesi e austriache, caddero
progressivamente in rovina.
Di ragguardevole significato per il futuro, anche
se utopistico per il suo tempo, è il progetto di conversione
civile del Campo Marzo, elaborato nell’anno 1803. Il disegno
venne ideato dal conte Bartolomeo Giuliari, architetto dilettante,
e delineato da Giuseppe Barbieri. Prevedeva un teatro lungo il lato
settentrionale della nuova piazza antistante la fiera settecentesca,
e un grande parco per il pubblico passeggio, con viali alberati,
rotonde, e un boschetto. Le mura divenivano parte dell’architettura
del verde. Il disegno era completato, all’esterno della città,
dalla doppia esedra alberata fuori Porta
Vescovo.
Nel sec. XIX i successivi interventi absburgici
producono il definitivo consolidamento della funzione militare e
logistica al punto da rendere questa parte della città la
più caratterizzata per la funzione esclusivamente militare,
conservatasi con qualche riduzione di superficie fino ai nostri
giorni. L’intera parte meridionale della città a sinistra
d’Adige diviene la sede di depositi d’artiglieria, di
produzione e di deposito della sussistenza, tra loro funzionalmente
collegati: la Provianda
di Santa Caterina, la Provianda
di Santa Marta, gli stabilimenti di San
Cristoforo, di San
Francesco di Paola, di
Santa Maria della Vittoria. Con la costruzione della linea ferroviaria
Ferdinandea e della Stazione
di Porta Vescovo gli stabilimenti del Campo Marzo erano collegati
mediante un raccordo al nuovo sistema di trasporto interregionale.
Altri dati e notizie sulla cinta magistrale nel
settore di Campo Marzo si possono consultare nelle schede: Porta
della Vittoria,
Bastione di Campo Marzo, Bastione
delle Maddalene, Porta Vescovo.
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