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:: Introduzione ::
Verona, decretata dall'UNESCO città patrimonio dell'umanità, è
conosciuta in tutto il mondo come la città di Giulietta. Ma non
solo: la sua posizione geografica, i suoi monumenti unici la rendono
una delle mete più ambite del turismo nazionale e internazionale,
nonché una città a misura d'uomo con le sue tradizioni ancora
vive nello spirito dei veronesi. Ma Verona è anche la città fortificata
per eccellenza. Nel suo spazio urbano e suburbano sono visibili
ancora oggi, come in un atlante architettonico, opere monumentali
che formano un repertorio di quasi 2.000 anni di storia dell'arte
fortificatoria. Tuttora restano imponenti i resti della città
fortificata romana, il perimetro della città murata scaligera
con i suoi castelli urbani, la struttura della fortezza veneta,
la grandiosa disposizione della piazzaforte absburgica, cardine
del Quadrilatero. La cinta muraria urbana, nel suo assetto definitivo,
ha uno sviluppo di oltre 9 chilometri e occupa quasi 100 ettari
con le sue opere: torri, cortine, rondelle, bastioni, fossati,
terrapieni, spalti. Nello spazio esterno, situati nella campagna
pianeggiante o sulla collina, 31 forti (19 dei quali ancora esistenti)
formavano l'ultimo e più moderno sistema, l'imponente difesa avanzata
della piazzaforte absburgica. Nessuna città in Europa possiede
opere di fortificazione più interessanti, per la loro estensione,
per la qualità artistica e tecnica, e per il loro campionario,
esteso su un ampio arco storico, come un compendio dal vivo delle
fortificazioni, dall'età romana alla fine dell'Ottocento. Queste
preziose testimonianze storiche e monumentali sono sopravvissute
alle distruzioni dell'ultima guerra, ma sono rimaste soffocate
da uno sviluppo urbano che ha portato, in molti casi, alla perdita
irrimediabile di opere di grande valore. Fortunatamente
negli ultimi anni ha prevalso una nuova sensibilità che ha portato
al riconoscimento dell'originalità e della dignità storica dell'architettura
militare: gli studi sul tema hanno avuto nuovo impulso e Verona,
attualmente, ha un ruolo attivo nell'Associazione delle Città
Murate del Veneto, collegata alla rete internazionale Walled Towns
Friendship Circle. Preliminare a ogni progetto o ipotesi di intervento
è però il recupero delle opere di architettura militare sul piano
della coscienza collettiva, della cultura e del loro significato
storico originale. Uno degli scopi di "Verona Fortificata" è proprio
quello di voler richiamare l'attenzione su di un complesso monumentale
imponente, per capire meglio la storia della città e perché i
cittadini si possano riappropriare di un patrimonio di inestimabile
valore che, se debitamente valorizzato, conservato e gestito con
pieno rispetto, potrà vedere realizzate le sue molte potenzialità.
:: Piano dell'opera ::
"Verona
Fortificata", nella presente versione, approfondisce soprattutto
il tema della piazzaforte absburgica. Il patrimonio storico-fortificatorio
esistente è talmente vasto che, per cominciare, abbiamo dovuto
sceglierne una parte, il sistema austriaco, che adatta e ingloba
tutte le precedenti fortificazioni, senza dimenticare per il futuro
che le fortificazioni di tutte le epoche, qui presenti, sono senza
dubbio degne di rivalutazione per un nuovo assetto nell'ambito
del tessuto urbano attuale. Le fasi di Verona città fortificata
antecedenti il XIX secolo sono ripercorribili lungo una "linea
del tempo" che ne evidenzia i vari stadi con 11 mappe e note storiche
essenziali: la sezione "Cronologia" copre lo sviluppo delle difese
della città dall'età del ferro fino all'assetto definitivo della
cinta magistrale absburgica. La sezione "La piazzaforte absburgica"
presenta l'argomento centrale di questo lavoro: un "Indice tematico"
delle varie opere militari è accompagnato da una mappa della piazzaforte
austriaca (quindi la città e la campagna circostante) che evidenzia
lo stato attuale delle opere stesse (il diverso colore indicherà
se l'opera
è ancora esistente [giallo], se è un rudere [rosso] o se è stata
distrutta [verde]) Per ogni opera sarà disponibile una scheda
monografica, contenente alcune informazioni di base, una descrizione
e una foto d'insieme. Da ogni scheda si può inoltre accedere alle
sezioni "Foto" (foto d'epoca e attuali della struttura, particolari
architettonici), "Planimetrie e sezioni" (piani, progetti, schizzi,
disegni della struttura), "Altri documenti" (informazioni varie
come documenti militari d'epoca, eventuale documentazione su passaggi
di proprietà, progetti di restauro e di riutilizzo, ecc.). Ogni
scheda presenta anche un menù di navigazione per poter ritornare
in qualsiasi momento alle sezioni "Cronologia", "Indice tematico",
"La piazzaforte absburgica", "Glossario", "Bibliografia essenziale"
:: Un po' di storia ::
Le prime cinte di difesa di Verona furono costruite dai Romani (I sec. d.C. - III sec. d.C.), e durante l'epoca comunale (sec. XII-XIII); negli anni 1321-1325 Cangrande I della Scala fece costruire una nuova cinta sulle colline alle spalle della città, mentre a sud fece erigere una poderosa cerchia, che seguiva l'andamento del terreno e comprendeva 38 torri di osservazione e 5 porte di accesso sulla sinistra d'Adige, 33 torri e 6 porte sulla destra.
La cinta scaligera, incorporata nelle successive fortificazioni, mantenne al suo interno le difese comunali sfruttandole come ulteriori recinti di sicurezza.
L'intervento veneziano, richiesto dalle nuove esigenze militari connesse all'affermazione delle armi da fuoco, impose una radicale trasformazione delle preesistenti difese, articolata in tre periodi: il primo, successivo alla Pace di Lodi (1454), con opere di completamento e adattamento delle opere scaligere e viscontee (1405-1409;1421); il secondo, successivo all'occupazione imperiale (1509-1517), caratterizzato da opere di ripristino dell'apparato difensivo esistente; il terzo (1520-1578), che vide la riorganizzazione dell'intero sistema con opere di nuova concezione.
Nel corso della prima fase fu ricostruita la cittadella militare, venne potenziato il visconteo Castel San Pietro sull'omonimo colle, fu completata la costruzione di Castel San Felice.
Durante la seconda fase venne realizzata la spianata, intervento compiuto anche in altre città venete: furono demolite per alcune miglia intorno alle mura tutte le costruzioni e fu imposto l'abbattimento di ogni albero da fusto.
Nella terza fase la fortezza di Verona venne trasformata secondo i più innovativi sistemi di fortificazione, introdotti da Teodoro Trivulzio e Francesco Maria della Rovere; è in questo tempo che brilla la stella di Michele Sanmicheli.
Di questo periodo sono le rondelle (opera di muratura e terra, a tracciato circolare, che costituiscono il perno difensivo di un tratto di muro), e i bastioni (opera di muratura e terra, a tracciato pentagonale).
Sono di quest'epoca anche le tre monumentali porte urbane, capolavori dell'architettura sanmicheliana: Porta Nuova (1535), Porta San Zeno (1538-40), Porta Palio (1547-57).
Fu però la dominazione austriaca (1814-66) che
lasciò le tracce più profonde dell'organizzazione difensiva nella
principale fortezza del Regno Lombardo-Veneto. Gli architetti
militari absburgici restaurarono e rafforzarono le opere veneziane,
costruirono nuove opere in sostituzione di quelle demolite dai
napoleonici negli anni 1801-1802, dotarono la piazzaforte di nuove
attrezzature logistiche.
L'architettura militare absburgica si espresse
al meglio, sotto l'aspetto civile, nell'Arsenale di artiglieria,
nella Provianda di Santa Marta e nell'Ospedale militare, infrastrutture
indispensabili al funzionamento e alla vita di una grande e complessa
piazzaforte. Furono costruite anche le prime opere esterne alle
mura, e 5 forti allo scopo di proteggere la cinta nei punti vulnerabili.
Le colline che dominano la città vennero presidiate con 5 Torri
Massimiliane (le attuali Torricelle), che da allora fanno parte
del paesaggio urbano.
Secondo i piani di Vienna, Verona doveva diventare una perfetta piazza di deposito per l'armata imperiale. Il generale Franz von Scholl, massimo esponente della scuola fortificatoria neotedesca, dopo aver operato alla ricostruzione e al rafforzamento della cinta magistrale, progettò un sistema di 12 forti distaccati all'esterno della cinta, nel settore meridionale, di concezione moderna e munitissimi di artiglieria (primo campo trincerato, 1848-52).
L'esperienza della Guerra del 1859, nel corso della quale furono impiegati per la prima volta i cannoni rigati, di maggiore gittata, indusse Vienna a far costruire una seconda cerchia di 8 forti, distanti poco meno di 4 chilometri dalla cinta magistrale (secondo campo trincerato 1859-60).
Con queste opere, le ultime delle quali terminate nella primavera del 1866, Verona venne ad assumere la funzione di piazzaforte di manovra e di deposito principale del Quadrilatero, una delle più agguerrite "regioni fortificate" d'Europa i cui capisaldi erano rappresentati dalle fortezze di Peschiera, Mantova e Legnago.
:: I concetti di "gestione sostenibile" e "valorizzazione" ::
La gestione sostenibile di una comunità locale e del suo territorio implica un'opera di valorizzazione globale delle risorse economiche, socioculturali e ambientali.
In città come Verona, dove le attività produttive si realizzano a livelli molto elevati, è indispensabile incrementare le opportunità di sviluppo garantendo allo stesso tempo che quantità di ricchezza e qualità della vita non diventino realtà contrastanti.
La storia e le vicende economiche di Verona sono sempre state favorite dalla sua posizione geografica privilegiata: l'eredità lasciata nei secoli è quindi così varia e ricca da fare della città un luogo unico.
Come spesso accade, però, lo sviluppo urbano del dopoguerra e l'abitudine di sfruttare disorganicamente il patrimonio monumentale hanno fatto sì che parti significative dei beni della città non abbiano avuto negli anni il dovuto risalto.
E' il caso dell'importante sistema di architettura militare di cui i cittadini non sembrano percepire la vastità, l'unicità e tutto sommato la discreta integrità.
Un attento processo di valorizzazione porta quindi in primo piano un patrimonio che, pur essendo sotto gli occhi di tutti, è venuto a far parte così integrante delle attività quotidiane che quasi non viene considerato nel suo immenso valore storico.
Si tratta quindi di individuare gli elementi su cui poter realizzare un intervento di valorizzazione e ridare così la giusta evidenza a un bene che è di tutti e che senza dubbio rappresenta un valore aggiunto all'immagine, non solo turistica, della città.
:: L'Ufficio per la Valorizzazione dell'Architettura Militare del Comune di Verona (UVAM) ::
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Il Comune di Verona è attualmente impegnato nel graduale recupero dei numerosi esempi di architettura militare presenti nella città: è stato aggiudicato il bando per la progettazione della cittadella della cultura nell'ex-Arsenale austriaco, è in corso l'acquisizione della caserma Passalacqua con i suoi importanti edifici (Provianda di Santa Marta, mura e bastioni), si stanno realizzando, anche in collaborazione con Enti privati e Associazioni cittadine, lavori di riassetto delle mura magistrali, sono stati presentati alla Commissione Europea alcuni progetti di valorizzazione.
Inoltre è stato recentemente istituito l'Ufficio per la Valorizzazione dell'Architettura Militare (UVAM), con l'intento di coordinare le azioni dell'amministrazione relative alla conservazione, al restauro e soprattutto alla riqualificazione di questo patrimonio culturale e storico di grande valore.
Lo scopo è quello di avere una struttura operativa che, come già accade in alcune città storiche italiane ed europee, coordini tutte le attività locali relative al tema, raccolga le esperienze nazionali e internazionali, ipotizzi progetti di conservazione e promozione, con la possibilità di ottenere il supporto di finanziamenti europei.
"Verona fortificata" rientra in una campagna informativa ideata e progettata dall'UVAM per dare la possibilità a tutti i cittadini e agli addetti ai lavori di avere un'idea esatta del patrimonio della nostra città e delle sue grandi potenzialità.
Un ulteriore obiettivo sarà quello di inserire il sistema difensivo di Verona negli itinerari turistici, accanto a quelli già consolidati.
Così, integrate alle attività museali e di cultura e finalmente inserite in un sistema coordinato, la cinta magistrale e le fortificazioni esterne saranno offerte ai visitatori come museo all'aperto della città fortificata, con elementi di pregio storico e ambientale impareggiabili.
Il recupero ambientale, il restauro e la valorizzazione dell'architettura militare veronese si presentano inoltre come interventi capaci di attivare investimenti e di produrre nuove forme di occupazione.
Comune di Verona
UVAM - Ufficio per la Valorizzazione dell'Architettura Militare
Tel. 045 8077615 - Fax 045 8079560
e-mail: ufficio.europa@comune.verona.it
www.comune.verona.it/PoliticheComunitarie
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