Cronologia:
[a] 1841: costruzione del deposito degli affusti con annessa casa del magazziniere.

(Nota: per la cronologia complessiva del Campo Marzo vedi scheda Caserme a traversa)

Committente/Progettista:
[a] Impero absburgico; F.M. J. Radetzky (Comandante d’Armata) / tenete colonnello Johann von Hlavaty (Direttore dei lavori di fortificazione a Verona)

Descrizione:
    Nello spazio del vasto e articolato insieme logistico del Campo Marzo (Campo Fiore) era presente anche il deposito per gli affusti (Laffetendepot) a servizio della Cinta Magistrale di sinistra d’Adige. Era situato presso il fronte di gola del Bastione delle Maddalene; all’interno del recinto murario di sicurezza, a trapezio irregolare, collegato al deposito, era situata la casa del magazziniere (Magazindiener Wohnung).

   Il grande deposito, su pianta rettangolare e a struttura muraria con pilastri interni, era suddiviso in quattro navate. Si elevava su due piani: al livello superiore venivano immagazzinati i materiali meno pesanti, quali attrezzature d’artiglieria, utensili, accessori, strumenti, finimenti; al piano terra, ordinati in file, erano custoditi i pesanti affusti lignei delle artiglierie.

Stato di conservazione:
    Colpiti dai bombardamenti aerei durante la seconda guerra mondiale, il deposito e la casa del magazziniere sono stati demoliti.

Osservazioni:
    Di struttura simile ai coevi depositi per affusti dello Stabilimento ai Riformati, sulla destra d’Adige, il Deposito della Maddalena era destinato al ricovero, in tempo di pace, degli affusti per le bocche da fuoco assegnate alla Cinta Magistrale di sinistra d’Adige.

   La maggior parte delle artiglierie, infatti, non era mantenuta in postazione: le bocche da fuoco, smontate, potevano essere custodite anche all’aperto, mentre gli affusti di legname erano ricoverati in appositi magazzini (Laffetendepot), al fine di preservarli, garantirne la conservazione, ed eseguire le necessarie manutenzioni periodiche. In tempo di guerra gli affusti, prelevati dai magazzini, con la bocca da fuoco incavalcata tornavano alle postazioni assegnate sui rampari della Cinta Magistrale.

   I depositi per gli affusti, come si osserva dalle rampe esterne, anteposte a ogni ingresso, erano sopraelevati dal terreno esterno. Il solaio del piano terra poteva essere dotato di intercapedine ventilata, o poggiare su vespaio drenante, al fine di preservare gli affusti di legname, le loro ruote, dagli effetti dannosi dell’umidità di risalita.

 

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