Cronologia:
[a] 1287-89: costruzione della cinta turrita scaligera.
[b] 1565: edificazione del bastione e della cortina annessa, verso il Bastione delle Maddalene.
[c] 1839-40: restauro e integrazioni; costruzione della polveriera nel piazzale.
[d] 1865: costruzione della Porta di Campofiore.

Committente/Progettista:
[a]: Alberto I della Scala; progettista sconosciuto.
[b]: Repubblica Veneta; Francesco Malacreda.
[c]: Impero absburgico; FM. J. Radetzky, Franz von Scholl, Johann von Hlavaty.
[d]: Impero absburgico; Anton Naredi Reiner.

Proprietà:
   Demanio dello Stato; in uso all’Esercito, in via di dismissione.

Descrizione:
   Grande bastione di muratura e terra, a tracciato pentagonale, asimmetrico; è munito di piazze basse disposte nei due fianchi per le artiglierie a cielo aperto. Originariamente, solo il fianco sinistro era protetto dall’orecchione arrotondato. Il muro di rivestimento, con paramento di laterizio, è a scarpa, ossia in pendenza sino all’altezza della cordonatura di pietra (toro), al di sopra del quale si eleva il parapetto di terra.

   L’integrazione ottocentesca aggiunge al fianco destro l’orecchione formato dal muro distaccato (non terrapienato), rivestito con blocchi di tufo a opus poligonale, a protezione della nuova sortita. Sul fronte principale il muro distaccato è munito da una caponiera per la difesa della faccia destra del bastione. Nel piazzale del bastione una grande polveriera conservava le riserve per il tempo di guerra (Kriegspulvermagazin). In prossimità del bastione, nella cortina tra quest'ultimo e il Bastione delle Maddalene, nel 1865 venne inserita la Porta di Campofiore, per mettere in comunicazione il nuovo stabilimento della Provianda Militare (1863-65) con la stazione ferroviaria di Porta Vescovo.

   Il prospetto verso campagna, a paramento di tufo e laterizio, richiama i motivi stilistici del classicismo sanmicheliano. Il basamento e il corpo centrale, nel quale si apre il grande portale ad arco coronato dalla trabeazione, sono a conci di tufi rustici. Negli specchi laterali scudi pendenti da nastri e sul risalto centrale lo stemma con l’aquila bicipite, scalpellata.

Stato di conservazione:
   I danni più rilevanti sono lo sbancamento dei terrapieni nel Bastione di Campo Marzo e lungo la cortina verso il Bastione delle Maddalene, per la costruzione di capannoni, il parziale interramento del fosso magistrale. Inoltre, sia nel bastione, sia nel fossato non utilizzato dalle associazioni sportive, la mancanza di manutenzione ha causato il proliferare della vegetazione spontanea.

Osservazioni:

   L’intera pertinenza di Campo Marzo è tuttora destinata all’uso militare, ma sono in corso trattative con Comune di Verona, Cariverona e Università per la dismissione a favore di un futuro polo universitario.

 

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