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Cronologia:
[a] sec. XVI (1566): costruzione della caserma.
[b] 1860 (circa): ristrutturazione.
Committente/Progettista:
[a] Repubblica Veneta; Marcantonio Morosini, Provveditore di Terraferma
/ progettista sconosciuto.
[b] Impero absburgico; F.Z.M. August von Degenfeld (Comandante d’Armata)
/ progettista sconosciuto.
Proprietà:
Comune di Verona. Destinata a negozi,
ufficio postale e sede della Croce Bianca.
Descrizione:
Situata all’ingresso in città, di
fronte alla Porta
di San Zeno e ai terrapieni della Cinta Magistrale, la caserma
veneta delimita un’ampia piazza sul cui margine meridionale
si diparte la strada per Castel
Vecchio.
L’impianto della caserma è a corpo
lineare, su due piani, con torri di testata su tre piani. Una stretta
corte di pertinenza, compresa tra il fronte posteriore, il muro
di recinzione, e la sporgenza delle due testate, era originariamente
a servizio delle dodici camerate comuni per l’acquartieramento
dei soldati; la medesima serie era ripetuta al piano superiore.
Le due torri di testata non comunicavano con il tratto centrale;
esse erano destinate al corpo di guardia (picchetti) e
agli alloggi degli ufficiali, provvisti di cantina (caneva).
Nella piazza, un pozzo assicurava la riserva idrica della caserma.
La ristrutturazione absburgica rispetta l’impianto
planimetrico veneto, ma riordina i collegamenti orizzontali, con
passaggi mediani tra i vani in serie, e i collegamenti verticali,
con una sola scala centrale e due scale esterne, alle opposte estremità
della corte retrostante.
Il prospetto rivolto alla Porta
di San Zeno è semplice e uniforme, caratterizzato dalla
ripetizione delle aperture binate.
La caserma era connessa funzionalmente alla Porta
di San Zeno; i due edifici potevano acquartierare complessivamente,
in epoca veneta, 500 uomini. In epoca absburgica il presidio destinato
alla sola caserma era di 148 uomini. Al piano terra, esclusi gli
alloggiamenti, erano sistemati solo depositi e vari servizi.
Stato di conservazione:
Negli anni Sessanta del Novecento è stata
demolita la testata settentrionale della caserma per ragioni di
viabilità (nuovo tracciato stradale di Via Pontida-Ponte
del Risorgimento). Il recente restauro non ha manomesso il prospetto
esterno.
Osservazioni:
In epoca veneta, nella seconda metà del
XVI secolo, per la custodia delle porte e la sicurezza degli ingressi
in città vennero edificate le caserme presso le quattro porte
urbane ordinariamente aperte: Porta
di San Zeno, Porta
Nuova, Porta
Vescovo, Porta
di San Giorgio.
Nella relazione al Senato Veneto del 1566, il
Provveditore di Terra Ferma Marcantonio Morosini scriveva, con il
consueto stile pragmatico dei provveditori, di una “fabbrica
molto commoda... per gli alloggiamenti fatti alla Porta di San Zen
per habitatione di soldati”. Nella caserma, o Quartiere
di Porta San Zeno, oltre al corpo di guardia della porta, erano
alloggiati i soldati destinati alla sicurezza della Cinta Magistrale
di destra d’Adige, assieme a quelli assegnati alla Caserma
Erariale di Porta Nuova.
L’edificio, benché abbia un’apparenza
modesta, riveste uno speciale interesse storico, come documento,
ancora parzialmente conservato, del tipo architettonico della caserma
veneta cinquecentesca.
In epoca absburgica era anche denominata Caserne
Porta Peschiera.
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