|
Cronologia:
1840: inviluppo esterno (terrapieno, fosso, spalto);
1841: ridotto casamattato.
Committente/Progettista:
Impero absburgico; FM. J. Radetzky (Comandante dArmata) / maggiore
generale Franz von Scholl (soprintendente ai lavori di fortificazione
a Verona, Brixen, Franzensfeste); maggiore Johann von Hlavaty (direttore
dei lavori di fortificazione di Verona).
Proprietà
Demanio dello Stato. In uso allEsercito (Caserma
Martini, ex Deposito della Motorizzazione Militare).
Descrizione:
Grande forte a tracciato poligonale (sistema poligonale
misto della scuola fortificatoria neotedesca), con ridotto centrale.
Impianto ettagonale asimmetrico, con ridotto centrale a corte, su
pianta quadrata. Il forte è situato nel settore settentrionale,
accanto alla riva destra dellAdige, davanti al fronte bastionato
San Procolo-Spagna; la posizione è connessa al sistema della
cinta magistrale.
Al piede del ciglione di San Massimo, verso il
Bastione di San
Procolo, si estendeva un avvallamento, favorevole al nemico,
che poteva essere battuto solo con un grande angolo di depressione
dalle artiglierie della cinta; ciò rappresentava un pericolo
per le sortite, che sarebbero state contrastate anche dalle batterie
avversarie posizionate sulla riva opposta dellAdige. Le artiglierie
del forte, poste sul ramparo ettagonale, potevano battere lintero
giro dorizzonte, eliminando ogni svantaggio, tattico e balistico.
Il progetto iniziale del Forte San Procolo può essere attribuito
a Franz
von Scholl. Il grande forte avrebbe completato il sistema di
destra dAdige, finalizzato alla difesa indiretta della spianata
e del ciglione Santa Lucia-San Massimo, assieme agli altri due capisaldi
avanzati di Santa
Caterina e di Porta
Nuova. Lidea non venne attuata; dopo la morte di Scholl
(1838), il progetto del Forte San Procolo venne posto in opera dal
maggiore ingegnere Johann
von Hlavaty, direttore dei lavori di fortificazione a Verona.
Lopera principale del forte è costituita
dallalto terrapieno a inviluppo ettagonale, col ramparo e
le postazioni di artiglieria a cielo aperto. Sullintero perimetro,
il terrapieno con scarpa a pendenza naturale è difeso dal
fosso asciutto e dallo spalto antistante. Il fosso è battuto
da quattro caponiere casamattate, ordinate per fucilieri, in corrispondenza
delle quali il terrapieno è provvisto di due ali di muro
di rivestimento aderente; nel fosso, al posto del muro distaccato
alla Carnot, una semplice palizzata difende il piede del
terrapieno.
Allinterno del forte si erge il ridotto
casamattato a pianta quadrata. Ai vertici del ridotto centrale,
a due piani, si alternano caponiere alla Montalembert e caponiere
simili a piccoli bastioni, alle quali si accedeva dalla galleria
per fucilieri disposta sullintero perimetro dellopera.
Quattro grandi traverse casamattate, dotate di polveriere, frazionano
lo spazio del piazzale interno e, inserendosi nel terrapieno, danno
accesso alle poterne, in comunicazione con le quattro caponiere
che fiancheggiano il fosso.
Nel fronte sudorientale dellettagono, verso
la cinta magistrale, era situato lingresso al forte, difeso
da una galleria per fucilieri. Attraverso una poterna si accede,
dal piano del fosso, al piazzale interno; da qui si entrava nel
ridotto attraverso il ponte levatoio sul fosso diamante.
Per quel poco che è possibile osservare, a causa della fittissima
vegetazione infestante e dei rampicanti parietali, i paramenti murari
del ridotto centrale sono a conci di tufo, con apparecchio a opus
poligonale.
Armamento: |
2 cannoni da 9,5 cm con anima
rigata ad avancarica |
Presidio di guerra: |
230 fanti |
|
30 artiglieri |
Presidio di emergenza: |
438 uomini |
Riserve di munizioni: |
4 polveriere, ognuna da 1.790
kg |
Stato di conservazione:
Il totale stato di abbandono, e la conseguente
invasione della vegetazione spontanea, rende difficile oggi lesame
dello stato di conservazione. I dati seguenti si riferiscono allultima
ricognizione, risalente al 1998/99. Le strutture murarie sono quasi
integralmente conservate. Il terrapieno è stato parzialmente
sbancato (settore sud-est). La poterna dingresso è
stata parzialmente interrata. Parte del fosso e delle relative caponiere
è stata interrata (vertice sud). Su questo interramento,
e su gran parte dello spalto, sono state costruite palazzine residenziali
demaniali, anche in tempi recenti. Nello spazio esterno di pertinenza
del forte sono disposti capannoni, tettoie e baracche. Il terrapieno
ettagonale è coperto da una boscaglia impenetrabile.
Osservazioni:
Lintero complesso della Caserma Martini
è per la maggior parte inutilizzato, a eccezione dellUfficio
di Leva, con sede nelledificio prospiciente la circonvallazione
esterna.
Nella toponomastica ufficiale del Regio Esercito Italiano, nella
cartografia I.G.M. della fine dellOttocento, lopera
è indicata col nome di Forte Procolo.
|