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Cronologia:
[a] sec. X (fine): primo impianto del castello vescovile
(Castrum Montis Aurei), su probabili preesistenze romane.
[b] sec XII (inizio): compimento del castello vescovile; al suo
interno costruzione della chiesetta castrense.
[c] sec. XIV (1360-1380): riassetto scaligero; ristrutturazione
del castrum e ampliamento delle difese con laggiunta
della bastia.
[d] 1859: ristrutturazione absburgica per limpiego dellartiglieria;
cimatura delle torri, abbassamento di cortine e loro rafforzamento
con terrapieni interni, per le postazioni delle artiglierie; costruzione
di una polveriera blindata, di un magazzino per gli affusti (allinterno),
e di una casermetta (allesterno).
[e] 1866: estensione, completamento e rafforzamento della batteria
(settore nord e settore sud-est).
Committente/Progettista:
[a] Alberto (Vescovo di Verona) /
[b] Bernardo (Vescovo di Verona) / ...
[c] Bartolomeo e Antonio della Scala (Signori di Verona) / ...
[d] Impero absburgico; F.Z.M. Ludwig von Benedek (Comandante dArmata)
/ maggiore Franz von Neuhausers (direttore della Genie Direction
di Verona).
[e] Impero absburgico; F.M. arciduca Albrecht (Comandante dArmata)
/ tenente colonnello Andreas Tunkler von Treuimfeld (direttore della
Genie Direction di Verona).
Proprietà:
 Comune di Verona.
Descrizione:
Grande batteria chiusa a tracciato irregolare,
adattato alle preesistenze del castello medievale (castrum
e bastia). Faceva sistema con il Forte
San Michele, a 2800 metri in pianura, e con il Forte
Preara, a 700 metri verso settentrione, sullaltura maggiore
del medesimo crinale di Montorio.
Il fronte principale della batteria, da nord-est
a sud, coincide con il recinto della bastia scaligera, demolito
per erigere, sul medesimo tracciato, il terrapieno con le postazioni
dartiglieria (ramparo, parapetto, traverse). Dal saliente
arrotondato (nord-est), le sue artiglierie battevano le falde antistanti
del colle di San Martino, le Ferrazze e limbocco della valle;
dal lungo fronte rettilineo (sud-est), sino al risvolto meridionale,
le bocche da fuoco dominavano lampio settore di pianura, incrociando
i tiri con il Forte San Michele.
Il fronte secondario della batteria, verso nord, coincide con il
recinto del castrum, anchesso demolito per erigere
la retrostante batteria di terra (ramparo, traverse e parapetto),
che prendeva dinfilata la valle di Mizzole.
I diversi fronti delle batterie erano difesi da un ampio fosso asciutto,
scavato nel vivo del monte al piede degli alti basamenti murari
scaligeri, mantenuti in opera.
Le artiglierie erano approvvigionate da una polveriera con copertura
blindata (a travi lignee protette da terra), addossata alla traversa
che chiudeva il settore settentrionale della bastia; nel
settore opposto, unaltra traversa di terra, con sottostanti
ricoveri blindati, era ordinata per la difesa di fanteria, e delimitava
un ridotto difensivo interno. Lungo la cortina anteposta al mastio,
altri due ricoveri blindati per la guarnigione erano addossati alle
opposte facciate del muro scaligero.
Anche nellassetto absburgico, il castrum
mantenne loriginaria funzione di ridotto: al suo interno era
destinato alle necessità logistiche un antico fabbricato
con annessa cisterna per lacqua potabile. Le riserve alimentari
erano conservate nella torre maestra, sulla cui sommità era
collocata la stazione del telegrafo ottico, comunicante con il Forte
San Mattia. Si accedeva alla batteria attraverso il nuovo portale
inserito nel recinto settentrionale della bastia, nellangolo
rientrante di fronte alla torre maestra. Un ingresso minore, difeso
da palizzata interna, era previsto a servizio del settore sud-ovest
della bastia.
Considerato il numeroso presidio di artiglieri, per lazione
di combattimento, e di fucilieri, per la difesa ravvicinata, è
ragionevole pensare che in caso di guerra parte dei soldati venisse
attendata nelle vaste pertinenze interne del castello.
Il corpo di guardia permanente della batteria era sistemato nella
casermetta esterna, in posizione defilata sul versante collinare
settentrionale, oggi trasformata in casa colonica.
Armamento: |
9 cannoni ad anima rigata da 9,5
cm ad avancarica |
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9 cannoni ad anima liscia |
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2 mortai da 24 cm ad anima liscia |
Presidio di guerra: |
297 fanti |
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43 artiglieri |
Presidio di emergenza: |
160 uomini |
Riserve di munizioni: |
48.800 kg di polveri |
Stato di conservazione:
Nel suo assetto compiuto (sec. XIV), il castello si
componeva di due parti: il recinto minore (castrum), situato
verso settentrione, e lannesso recinto maggiore (bastia),
entrambi originariamente merlati e turriti.
Limpianto dei due recinti era irregolare per ladattamento
alla sommità del colle di Montorio. Allo stato attuale, possiamo
riconoscere sia il vasto impianto dinsieme del castello, sia
alcune opere che contrassegnano le principali fasi costruttive medievali.
Allinterno del castrum si erge lalto mastio (sec.
XII), a conci squadrati di tufo, su basamento marmoreo; la sopraelevazione
di laterizio, con i resti dellapparato a sporgere sono scaligeri
(1360-1380). Un altro elemento del castrum primigenio si
riconosce, accanto allangolo est, nella torre chiusa (sec.
XII) a conci rustici di tufo, su basamento marmoreo.
La cortina meridionale e la torre angolare ovest, scudata
(ossia aperta verso la gola), assieme alla cortina e alla torre
angolare nord-est, identificano il riassetto del castrum
realizzato dagli Scaligeri (sec. XIV). Alla medesima fase costruttiva
si deve il recinto maggiore (bastia), il cui fronte occidentale
è ancora riconoscibile, mentre del fronte meridionale e di
quello orientale, quasi completamente demoliti dagli austriaci per
sistemare le postazioni d'artiglieria, si conservano solo le muraglie
del basamento. Tutte le torri e le cortine superstiti sono cimate, o prive delle
merlature.
I vari fronti della batteria (nord, nord-est, sud) sono
ancora riconoscibili, nonostante la manomissione delle opere di
terra (parapetti, traverse, rampari). Attualmente è aperta
al pubblico soltanto la corte maggiore (bastia), accessibile
dallingresso ottocentesco (nord-ovest). Le altre parti del
castello, fino a poco tempo fa visitabili, sono chiuse da una recinzione,
oltre la quale cresce rigogliosa la vegetazione infestante. La polveriera
è allo stato di rudere, mentre è conservato e restaurato
il fabbricato adiacente alla cortina occidentale (magazzino affusti).
Per le cortine e le torri medievali, sarebbe da tempo necessario
il restauro. Anche le opere di terra della batteria austriaca sono
da tutelare e da restaurare come parti costitutive originali del
monumento.
Osservazioni:
Il Castello di Montorio include nel suo insieme
i resti del castrum medievale, il cui impianto risale al
X secolo, su preesistenze romane; fu poi compiuto nel secondo decennio
del XII secolo. Successivamente, durante il riassetto scaligero
(seconda metà del sec. XIV), fu rafforzato e ampliato con
laggiunta della bastia.
Alla trasformazione ottocentesca è attribuita la demolizione
e la manomissione di gran parte delle preesistenze medievali, ma
va ricordato che in epoca veneta il castello venne progressivamente
abbandonato e che già nel XVIII secolo si presentava diroccato
e quasi allo stato di rudere.
Gli imponenti resti del castello medievale si ergono sul colle di
Montorio, ultimo rilevato del crinale che si protende a meridione;
dominano ancora oggi la pianura circostante, largamente urbanizzata,
fissando nel paesaggio un suggestivo riferimento prospettico.
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