Cronologia:
1843

Committente/Progettista:
Impero absburgico; FM. J. Radetzky (Comandante d’Armata) / maggiore generale Franz von Scholl (soprintendente ai lavori di fortificazione a Verona, Brixen, Franzensfeste); capitano Michael von Maly (in servizio alla Befestigungs-Bau Direction di Verona).

Proprietà:
   Comune di Verona. In concessione ad associazioni (Coro Voci del Baldo, Associazione Radioamatori, Gruppo Speleologico, associazioni musicali varie).

Descrizione:
   Posto sull’altura più eminente che domina la città a settentrione, in prossimità della chiesetta di San Mattia, il forte omonimo è al centro del campo trincerato collinare, sul crinale che separa la Valle di Avesa dalla Valdonega. Il settore di tiro principale delle sue artigliere batte, verso settentrione, il versante collinare che scende verso Avesa e l’antistante crinale, incrociando il fuoco con le due torri massimiliane più prossime (n. XXX e n. XXXII), al fine di interdire l’aggiramento della piazzaforte da nord.

   La forma irregolare del forte è tipica della fortificazione di montagna. L’impianto planimetrico, molto articolato per l’adattamento al sito, è riconducibile alla lunetta con fronte principale (nord), a saliente arrotondato. Il fronte di gola (sud) è composto da un muro a feritoie più volte ripiegato, a formare due recinti: il primo, d’ingresso, col tamburo difensivo (ovest); il secondo con la batteria casamattata rivolta verso la Valdonega (sud).

   Sul fronte principale (nord) si distingue il grande ridotto casamattato, con pianta lineare spezzata, a saliente, che si eleva su uno, due o tre piani, adattandosi la base dell’opera al profilo del crinale. Oltre al ricovero della guarnigione, l’opera è ordinata per artiglierie in casamatta e per fucileria. Davanti al ridotto, sul terrapieno, erano stabilite le postazioni di artiglieria a cielo aperto. Al centro della facciata retrostante sporge il corpo scala trilatero, arrotondato.

   Il fosso asciutto, difeso dalla caponiera centrale, collegata dalla poterna, separa il forte dalla collina antistante, rivestita dal muro di controscarpa e modellata alla sommità nella forma geometrica dello spalto, per il tiro radente delle artiglierie.

   Tutti i paramenti murari del forte sono a conci di tufo con apparecchio a opus poligonale. L’accurata esecuzione tecnico-costruttiva, assieme alla perfezione geometrica d’insieme possono qualificare quest’opera come un capolavoro dell’arte fortificatoria di tutti i tempi. In essa riconosciamo il talento architettonico di Michael von Maly, allievo prediletto di Franz von Scholl.

Armamento: 4 cannoni da 9,5 cm con anima rigata ad avancarica
  4 cannoni con anima liscia
Presidio di guerra: 342 fanti
  26 artiglieri
Presidio di emergenza: 500 uomini
Riserve di munizioni: 1 polveriera per 8.500 kg



Stato di conservazione:
   L’opera è quasi integralmente conservata, ma soggetta a un diffuso processo di degrado. La caponiera del fronte principale è semidistrutta. La vegetazione invade completamente spalto, fosso e paramenti murari. Sul ridotto sono collocate numerose antenne.

Osservazioni:
   Il Forte San Mattia esemplifica l’attitudine dei progettisti absburgici al tema dell’ambientazione, della fusione tra architettura e paesaggio. Consapevoli che le fortificazioni collinari e montane fossero situate in posizioni di particolare interesse visivo, studiavano attentamente le complesse relazioni paesaggistiche sia per ragioni funzionali, balistiche, di reciproco fiancheggiamento, sia per la loro cultura, appartenente a pieno titolo al romanticismo mitteleuropeo.

   Il fronte principale, direttamente esposto alle offese, assumeva carattere mimetico. Il fronte di gola, nel settore più protetto, assumeva una connotazione figurativa geometrica e monumentale. Nel Forte San Mattia risalta la morfologia complessa, organica, di studiata integrazione al sito d’impianto. Nel fronte di gola si impone la grande nicchia-cannoniera aperta sulla città come un arco trionfale, che focalizza il punto più remoto delle corrispondenze visuali a scala paesistica.

 

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