Cronologia:
1837

Committente/Progettista:
Impero absburgico; FM. J. Radetzky (Comandante d’Armata) / maggiore generale Franz von Scholl (soprintendente ai lavori di fortificazione a Verona, Brixen, Franzensfeste).

Proprietà:
   Demanio dello Stato. In Concessione a vari Enti pubblici (Corpo Forestale, AGSM-acquedotto, Centro Nazionale per la Fisica dell’Atmosfera e della Meteorologia).

Descrizione:
   Le quattro torri, di identica forma cilindrica composita, sono situate sui punti dominanti del crinale di San Giuliano (Monte Gaina). Nel loro insieme formavano l’estrema estensione, a nord, del campo trincerato collinare. Con le loro artiglierie battevano la Valle di Avesa, la Valpantena e la Valdonega; principalmente impedivano l’aggiramento della piazzaforte a settentrione, da Avesa a Poiano.

   Appartengono al tipo fortificatorio della torre casamattata per artiglieria a tracciato circolare, o torre massimiliana. Derivano infatti dalle torri costruite a Linz (1831-1833) dall’Arciduca Massimiliano, e dalle coeve torri costiere di Trieste e di Pola. Il loro antecedente teorico è la torre casamattata per artiglieria proposta dal marchese Marc Renè de Montalembert (1714-1800), il quale si era ispirato alle torri costiere svedesi del tardo Seicento e del primo Settecento.

   Le torri circolari di Verona, dette Toresele, si elevano su due piani, con copertura a terrazza. Al piano terra sporge una galleria anulare per fucilieri, a sezione tronco-conica, nella quale è inserito il maestoso portale, con antistante fosso diamante (piccolo fosso asciutto di sicurezza); all’interno, nella casamatta anulare, un recinto di sicurezza per fucilieri batte l’ingresso della torre. Al primo piano la casamatta anulare è provvista di 12 cannoniere. La copertura è ordinata come piattaforma per artiglieria: speciali affusti, su rotaie metalliche, consentivano alla batteria di cannoni il rapido brandeggiamento sull’intero giro dell’orizzonte. I due piani e la piattaforma sono collegati dal corpo scala centrale, con doppia rampa elicoidale. Il medesimo corpo cilindrico casamattato contiene, alla sua base, la grande cisterna per la raccolta delle acque piovane. Al piano terra, un settore della casamatta anulare contiene la polveriera a prova di bomba.

   Il paramento murario delle torri è a conci squadrati di tufo, disposti su corsi regolari.
   Le quattro torri, tra le ultime opere di Scholl, sono architetture di assoluta perfezione formale e costruttiva. La loro purezza geometrica istituiva un legame suggestivo con il paesaggio naturale.

Armamento: 2 cannoni rigati da 9 cm a retrocarica
  4 ÷ 6 cannoni ad anima liscia
Presidio di guerra: 75 fanti
  18 artiglieri
Presidio di emergenza: 80 uomini
Riserve di munizioni: 70 barili di polvere da 112 kg



Stato di conservazione:
   Le torri sono quasi integralmente conservate. La torre n. 1 (XXX), abbandonata da alcuni anni, è in condizioni di degrado. La torre n. 3 (XXXII), senza evidenti alterazioni strutturali, è stata trasformata in serbatoio dell’acquedotto comunale; nella stessa torre, apparentemente abbandonata, si mostrano evidenti segni di degrado. La torre n. 4 (XXXI), in discrete condizioni, è compresa nelle pertinenze dell'Osservatorio Antincendio del Servizio Forestale di Stato. In tutti i casi la vegetazione ha invaso lo spazio prossimo alle torri, e si sta progressivamente diffondendo sulle opere stesse.
   La torre n. 2 ( XXXIII), è in pessime condizioni: in uso al C.N.R. (Centro Nazionale per la Fisica dell’Atmosfera e della Meteorologia) è ricoperta da una selva di antenne, tralicci e altri impianti assolutamente incompatibili, che andrebbero rimossi dalla torre per la conservazione e il rispetto di un’opera soggetta a vincolo di tutela ambientale e monumentale.

Osservazioni:
   La trasformazione più incisiva investe lo spazio esterno dei forti e delle torri, a causa della incongrua forestazione del sito collinare (1950 circa), originariamente brullo, prativo o roccioso.
   Significative relazioni geometriche, balistiche, prospettiche, qualificavano il sistema fortificato collinare, oggi del tutto occultato dalla forestazione, ma in origine dominante sul paesaggio della città e delle valli di Avesa e Valpantena.
   Nella toponomastica ufficiale del Regio Esercito Italiano, nella cartografia I.G.M. della fine dell’Ottocento, le torri sono indicate col nome di “Torre San Giuliano n. 1/4”.

 

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