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Cronologia:
1859-1860
Committente/Progettista:
Impero absburgico; F.Z.M. August Degenfeld Schomberg (Comandante
dArmata) / maggiore, poi tenente colonnello Franz von Neuhauser
(direttore della Genie Direction di Verona); capitano Daniel
Salis-Soglio (in servizio alla Genie Direction di Verona).
Proprietà:
 Demanio dello Stato.
Descrizione:
Grande forte a tracciato poligonale (sistema poligonale
misto della scuola fortificatoria neotedesca), con ridotto centrale.
Impianto ottagonale regolare.
Il forte era situato poco a monte del coevo ponte
ferroviario, quasi a contatto con la riva destra dellAdige.
Faceva sistema con il Forte Chievo,
a sud; tuttavia, per la notevole distanza dal corpo di piazza, era
costituito come caposaldo autosufficiente. Integrato nella linea
più avanzata del nuovo campo trincerato (1861), diverrà
il cardine settentrionale del sistema.
Le sue artiglierie potevano battere lintero giro dorizzonte
- pianura, fiume, colli - con la medesima potenza di fuoco. La principale
funzione del forte era di presidiare il ponte della ferrovia proveniente
da Bolzano (1859), e di battere dinfilata e di fianco la strada
ferrata al suo ingresso nello spazio della piazzaforte.
Dominava la doppia grande ansa dellAdige
da Settimo di Pescantina a Chievo: era un tratto favorevole al passaggio
del fiume per imprese offensive condotte sulla riva sinistra. Il
nemico, anche se avesse superato lAdige, era soggetto alle
artiglierie del forte che battevano la riva opposta, i versanti
collinari e la strada postale del Brennero, presa dinfilata
e di rovescio su tutto il lungo rettilineo da Parona a Porta
San Giorgio.
Allinizio del 1859, il forte era già stato tracciato
sul terreno e costruito in stile semipermanente: nel fosso il terrapieno
era difeso da palizzate; il ridotto circolare era protetto da una
copertura provvisoria, di travi lignee accostate e terra (blindatura).
Salis lo trasformò in opera permanente, con muri distaccati,
caponiere e coperture casamattate.
Il grande ridotto casamattato, a pianta circolare (diametro esterno
55 metri), deriva dalla torre cilindrica per artiglieria con cortile
interno. In posizione perfettamente centrale nellimpianto
del forte, il ridotto si eleva su un solo piano, con copertura terrapienata,
in origine disposta per la difesa di fanteria. Il piano terra, oltre
a contenere i ricoveri per la numerosa guarnigione, e varie attività
di servizio, era predisposto per la difesa. La corona esterna settentrionale
del ridotto era ordinata per le artiglierie in casamatta, mentre
nella corona opposta era prevista solo la difesa dei fucilieri;
due delle cannoniere battevano dinfilata le poterne opposte,
sul diametro. Nel cortile del ridotto, a segmento di cerchio, al centro era collocato
il pozzo per la riserva dacqua; un pozzo era allinterno
del ridotto, accanto al corridoio radiale vicino al corpo scala;
altri due pozzi erano accessibili negli angoli opposti del piazzale,
in nicchie casamattate protette sotto il terrapieno.
Sul poligono dimpianto ottagonale era modellata
lopera principale da combattimento: il terrapieno con il ramparo,
le traverse casamattate, e le interposte postazioni a cielo aperto
- in barbetta - per le artiglierie da fortezza. La scarpata esterna
del terrapieno, a pendenza naturale, scendeva fino al livello del
fosso asciutto perimetrale, dove era presidiata dal muro distaccato
alla Carnot, munito da quattro caponiere casamattate, del
tipo a orecchi di gatto. Queste sporgevano sui salienti alterni
dellottagono per il fiancheggiamento del fosso; erano dotate
di cannoniere e fuciliere.
Due poterne, in posizione diametrale, con annesse polveriere, mettevano
in comunicazione il piazzale interno del forte con il cammino di
ronda lungo il muro alla Carnot, ordinato per fucileria,
e con le quattro caponiere.
Allesterno, completavano lopera la controscarpa a pendenza
naturale, rivestita dal muro aderente solo in corrispondenza delle
caponiere, e lo spalto, raccordato alla campagna secondo un piano
inclinato discendente.
La strada di accesso raggiungeva il forte sul fronte orientale;
sdoppiandosi intersecava in trincea lo spalto, diretta ai due portali
inseriti nel muro alla Carnot, ai fianchi collaterali della
caponiera. Transitati sui ponti levatoi, dal cortile di sicurezza
doppiamente fronteggiato da fuciliere, si accedeva alla poterna
orientale, risalendo poi verso il piazzale interno. Il dispositivo
di ingresso, combinato con la caponiera, è tra i più
originali e studiati; la medesima poterna orientale svolgeva il
duplice compito di comunicazione interna e di ingresso al forte.
Come si può osservare solo dalla bella fotografia del Lotze
(1866) - giacché nulla più rimane - i paramenti murari
erano a conci di tufo con apparecchio a opus poligonale.
Si notano anche le traverse casamattate con gli insoliti archi ogivali,
da attribuire alleclettismo architettonico di Salis-Soglio.
Il forte è intitolato allarciduca Albrecht (1817-...),
feldmaresciallo, comandante di una divisione nella guerra del 1849,
sotto Radetzky; ispettore
generale dellarmata imperiale (1863); comandante dellarmata
dItalia (1866).
Armamento: |
4 cannoni rigati da 12 cm a retrocarica |
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24 cannoni di diverso calibro
ad anima liscia |
Presidio di guerra: |
450 fanti |
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70 artiglieri |
Presidio di emergenza: |
400 uomini |
Riserve di munizioni: |
45.000 kg di polveri |
Stato di conservazione:
Colpito da bombardamento aereo nel 1944, saltarono
in aria i depositi di esplosivi contenuti nel forte, riducendolo
in completa rovina. Rimangono i resti del terrapieno e del fosso,
completamente invasi dalla vegetazione.
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