Cronologia:
1851: terrapieno, fosso e spalto. Ridotto centrale casamattato; fronte di gola con tamburo difensivo (a).
1859: muro distaccato alla Carnot, munito da tre caponiere (b).

Committente/Progettista:

Impero absburgico; FM. J. Radetzky (Comandante d’Armata) / (a) maggiore Conrad Petrasch (direttore della Genie Direction di Verona), (b) tenente colonnello Felix von Swiatkiewicz (direttore della Genie Direction di Verona).

Descrizione:
   Forte a tracciato poligonale (sistema poligonale misto della scuola fortificatoria neotedesca), con ridotto centrale. Impianto semiottagonale, con fronte di gola rettilineo. Faceva sistema con i forti collaterali Chievo e San Zeno; era situato a circa 600 metri a nord del borgo di Croce Bianca, immediatamente oltre la ferrovia per Bolzano (1859); le sue artiglierie battevano la campagna antistante e le strade per Peschiera e per Pescantina. Dal tamburo di gola, le artiglierie prendevano d’infilata la ferrovia. Il forte verrà integrato nella linea del successivo ingrandimento del campo trincerato (1861).

   Il ridotto centrale era a segmento di torre cilindrica asimmetrica (Segmentthurm), su un solo piano, con copertura terrapienata disposta a piattaforma per l’artiglieria; anche al piano terra potevano essere collocate artiglierie in casamatta. Il ridotto casamattato era collegato al fronte di gola da un muro che, ripiegato a semicerchio, sporgeva dal fronte di gola, formando il tamburo difensivo per fucilieri e artiglieri. Nel suo spazio interno, a corte, era collocato il pozzo.
   Il portale d’ingresso, col ponte levatoio, era inserito nell’ala destra del fronte di gola. Il terrapieno, con il ramparo e le postazioni d’artiglieria in barbetta, era difeso, al livello del fosso asciutto, dal muro distaccato alla Carnot, con le tre caponiere casamattate per il fiancheggiamento.

   Due poterne, adiacenti al fronte di gola, mettevano in comunicazione il piazzale interno con il cammino di ronda ordinato per fucilieri, lungo il muro alla Carnot, e con le caponiere. All’esterno completavano l’opera la controscarpa del fosso, a pendenza naturale (con muri di rivestimento solo in corrispondenza delle caponiere), e lo spalto, raccordato alla campagna secondo un piano inclinato digradante.
Il forte era intitolato al conte Julius Strassoldo (1793-1855), di antica nobiltà friulana, maggiore generale nell’armata del feldmaresciallo Radetzky nella campagna del 1848-1849.

Armamento: 12 cannoni ad anima liscia
Presidio di guerra: 150 fanti
  32 artiglieri
Presidio di emergenza: 80 uomini
Riserve di munizioni: 200 barili di polvere da 112 kg cadauno


Stato di conservazione:
   Il forte è stato completamente demolito e spianato. Il sito d’impianto originario è compreso all’interno della curva formata dalla diramazione di San Giovanni (Canale Agro Veronese) e via Monte Crocetta.

 

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