Cronologia:
1838-1839

Committente/Progettista:
Impero absburgico; FM. J. Radetzky (Comandante d’Armata) / maggiore generale Franz von Scholl (soprintendente ai lavori di fortificazione a Verona, Brixen, Franzensfeste); maggiore Johann von Hlavaty (direttore dei lavori di fortificazione di Verona).

Descrizione:
   La disposizione di un forte in questo settore non derivava dalla necessità di eliminare svantaggi tattici causati da posizioni dominanti, come per gli altri forti avanzati, ma dalla costruzione del nuovo cimitero davanti al Bastione di Campo Marzo, già iniziata all’avvio dei lavori di ripristino della cinta magistrale (1833).

   Poiché il nuovo edificio monumentale costituiva un ostacolo per le artiglierie dei difensori, si adottò la soluzione dell’opera distaccata, che proiettava l’azione difensiva nella campagna, immediatamente a sud dell’emiciclo del cimitero. Il forte agiva sulla bassura del Campo Marzo, delimitata dall’ansa dell’Adige. Le sue artiglierie battevano, dal fianco sinistro, verso est, la campagna fino al borgo di San Pancrazio. Il fianco destro batteva, sulla riva opposta del fiume, le bassure di Campo Matto (Basso Acquar), antistanti al Bastione di San Francesco.

   Il Forte Gazometro è una variante della torre casamattata per artiglieria; è infatti una porzione di torre (Segmentthurm). In pianta segue il tracciato di un mezzo poligono irregolare. L’opera si elevava su due piani casamattati: il piano terra era destinato all’azione delle armi portatili, il piano superiore all’artiglieria. La copertura, protetta dal terrapieno, era dotata di un parapetto per la postazione dell'artiglieria a cielo aperto. Il fronte di gola, ad angolo saliente, era chiuso da un muro distaccato nel mezzo del quale era collocato il ridotto, a tracciato circolare composito.

   Verso l’esterno svolgeva l’azione di una caponiera, verso l’interno era provvisto di un duplice ordine di feritoie per fucilieri. Il fronte principale era avvolto dal fosso asciutto, ampliato sul fianco sinistro per dare spazio alla preparazione delle sortite, e dallo spalto (glacis), dotato di strada coperta per la difesa di fanteria.

   La denominazione italiana del forte deriva dal vicino impianto per la produzione del gas destinato all’illuminazione pubblica, costruito nel 1846.

Armamento: 7 cannoni ad anima liscia
Presidio di guerra: 332 fanti
  19 artiglieri
Presidio di emergenza: 600 uomini
Riserve di munizioni: polveriera per 11.650 kg



Stato di conservazione:
   Completamente demolito (1930-1940), in seguito all’ampliamento del cimitero monumentale.

Osservazioni:
   L’intitolazione a Franz von Scholl attesta la speciale importanza dell’opera. Tuttavia, la sua funzione venne a cadere quando il profilo della campagna antistante venne turbato dalla costruzione dell’alto rilevato della strada ferrata Ferdinandea (1849-1851).

   Franz von Scholl (1772-1838) è sepolto in un’urna marmorea all’interno del cimitero monumentale, al centro dell’emiciclo settentrionale, allora riservato agli austriaci.

 

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