Cronologia:
[a] 1841 - 1851: studi e progetti.
[b] 1847-1854: costruzione.

Committente/Progettista:
[a] [b] Impero absburgico; F.M.J.Radetzky (Comandante d’Armata) / colonnello Johann von Hlavaty (Direttore della Befestigungs Bau Direction / lavori di fortificazione di Verona fino al 1848-1849); maggiore Conrad Petrasch (Direttore della Genie Direction di Verona dal 1850); tenente Carl Besozzi (in servizio alla Befestigungs Bau Direction di Verona fino al 1843); luogotenente capitano Anton von Cannal (in servizio alla Befestigungs Bau Direction di Verona dal 1844 al 1848-1849); tenente Friedrich von Cnobloch (in servizio alla Genie Direction di Verona dal 1850 al 1853-1854).

Proprietà:
   Comune di Verona.

Descrizione:
   Il complesso del Campone è composto da due grandi edifici: la caserma di fanteria e la caserma di cavalleria. Esse racchiudono una vastissima corte d’armi (mq 25.000) e sono disposte, rispettivamente, lungo il lato orientale e lungo il lato lato occidente di un grande isolato rettangolare, prossimo alla cinta magistrale tra i bastioni della Santissima Trinità e di San Francesco.

   La caserma di fanteria, a corpo lineare semplice, si eleva su tre piani. I solai dei primi due piani sono retti da volte ribassate di laterizio, quello del sottotetto da strutture a travi lignee. In tempo di pace poteva acquartierare più di 1.100 soldati in camerate comuni. La parte centrale, che comprende sette moduli, su tutti i piani era destinata al comando e agli alloggiamenti degli ufficiali. Il corridoio percorre tutto l’edificio sul lato posteriore e si collega a tre corpi scala, in posizione intermedia a disimpegnare la sequenza delle stanze. Su ogni piano, alle estremità, erano collocate quattro cucine comuni. I servizi igienici sono raggruppati in due corpi a torre, separati dal fabbricato, e posti al centro dei due tratti destinati alle camerate comuni. Due fabbricati retrostanti, di un solo piano, disposti sui lati della corte, erano destinati alle lavanderie e ai depositi di legna e di carbone.
   Nel prospetto rivolto all’esterno, disegnato in stile neoclassico, si nota la prevalenza, accentuata anche dal leggero scarto in avanti, del tratto centrale e delle testate, queste ultime ornate su tutta l’altezza dal paramento a intonaco bugnato liscio. La più ricercata connotazione architettonica del tratto centrale, che ospita il comando, consiste nell’inserto ben proporzionato, sul basamento bugnato, di un frontespizio di otto lesene doriche su ordine gigante. Dalla zoccolatura delle lesene il risalto orizzontale si distende lungo le ali dell’edificio, sottolineando l’inusuale sviluppo longitudinale. Nel prospetto verso la corte interna la parte centrale è connotata, in negativo, per la semplicità compositiva rispetto al resto della facciata, che è invece ritmata dalla serie uniforme delle archeggiature a sesto ribassato su triplice ordine.

   La caserma di cavalleria, a corpo lineare rigirante su tre lati, si erge su tre piani. La parte centrale del fabbricato, oltre al passaggio d’ingresso, conteneva al piano terra i depositi per le vivande e due alloggi di servizio. Gli altri due piani erano occupati dal comando e dagli alloggi del maestro d’equitazione e del comandante.

   Il piano terra era quasi completamente destinato alle scuderie e agli usi complementari: i depositi di fieno, delle selle e dei finimenti, l’officina del maniscalco, l’ambulatorio dei quadrupedi. La caserma, per reparti someggiati, era dotata di poste per 368 cavalli, in scuderie da 10 o da 20. Il resto dei due piani superiori era occupato dalle camerate comuni e dai depositi d’equipaggiamento. Potevano essere acquartierati, in tempo di pace, fino a 984 soldati e otto ufficiali. Altri due alloggi per ufficiali erano disposti negli ultimi moduli di testata. Le cucine comuni erano quattro per piano, collocate alle estremità delle ali posteriori e in posizione intermedia nel corpo principale. Le torri dei servizi igienici, distaccate dal fabbricato, sono in posizione centrale rispetto alle due parti di caserma destinate alle camerate comuni.

   Addossati al muro di recinzione retrostante, alcuni fabbricati di un solo piano servivano per le lavanderie e i depositi di legna e carbone. Vi erano ancora due scuderie: una a disposizione del maestro d’equitazione, l’altra per i quadrupedi ammalati.

   L’impianto distributivo è quello del corpo in linea: ai piani superiori il corridoio laterale sul fronte posteriore si sviluppa su tutta la lunghezza dell’edificio, con tre vani scala in posizione intermedia nel corpo di fabbrica principale. Al piano terra il corridoio laterale è limitato al solo tratto centrale. Il modulo principale che regola la partizione planimetrica dell'edificio è di 11,05 metri, derivato dal dimensionamento della scuderia a doppia fila di poste.

   Al piano terra, in gran parte riservato alle scuderie, la copertura è formata da una successione bidirezionale di volte a vela di laterizio (volte boeme), appoggiate su archi e su pilastri quadrati. Le altre sale, come tutti gli interni del primo piano, sono coperte da volte di laterizio a sesto ribassato. Il solaio del sottotetto è retto da struttura a travi lignee.

   Per il prospetto principale valgono i medesimi criteri compositivi applicati nella caserma di fanteria. Come in quella, si accentua la prevalenza figurativa del tratto centrale, che ospita il comando, e dei blocchi di testata, ai quali si innestano le ali posteriori. Nel prospetto verso la corte, le archeggiature sono qui sostituite da file regolari di finestre.

   I modelli architettonici delle Caserme del Campone sono da riconoscere nelle caserme tardo settecentesche, in stile classico, di Theresienstadt, la città fortificata absburgica, completamente edificata ex novo in Boemia, sotto la soprintendenza del feldmaresciallo Carlo Pellegrini (1720-1796), veronese, Direttore Generale del Genio e delle Fortificazioni.

Stato di conservazione:
   La caserma di fanteria è stata usata come carcere circondariale sino agli anni Novanta del Novecento. Attualmente è inutilizzata. In cattive condizioni di manutenzione, gli apparati decorativi dei prospetti sono irriconoscibili.
   La caserma di cavalleria è stata in uso all’Esercito Italiano sino agli anni Settanta del Novecento. Durante la seconda guerra mondiale è stata colpita da bombardamento aereo, con la parziale distruzione dell’ala settentrionale. La caserma è stata ristrutturata nei primi anni Ottanta e destinata a sede del Tribunale.

Osservazioni:
    Il terreno ortivo sul quale sono state edificate le due caserme del Campone apparteneva un tempo all’abbazia vallombrosiana della S.S. Trinità.

   In epoca austriaca, al Campone fu installato l’ufficio e l’impianto terminale del telegrafo elettrico militare.

 

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