Cronologia:
1848: terrapieno, fosso, spalto (a).
1849: ridotto (b).
1859: chiusura del fronte di gola, muro distaccato alla Carnot con caponiere (c).

Committente/Progettista:
Impero absburgico; FM. J. Radetzky (Comandante d’Armata) / (a-b) colonnello Johann von Hlavaty (direttore dei lavori di fortificazione di Verona), (c) maggiore Conrad Petrasch (direttore della Genie Direction di Verona), tenente colonnello Felix von Swiatkiewicz (direttore della Genie Direction di Verona).

Proprietà:
    Proprietà privata.

Descrizione:
   Forte a tracciato poligonale (sistema poligonale misto della scuola fortificatoria neotedesca), con ridotto centrale e ridotto di gola. Impianto asimmetrico semiottagonale, con fronte di gola rientrante (a tenaglia).
   Faceva sistema con i forti collaterali San Massimo e Santa Lucia. Era situato a circa 400 metri a nord del borgo di Santa Lucia, all’interno della diramazione tra la ferrovia Milano-Venezia (1854) e Verona-Bolzano (1859), che prendeva con tiro d’infilata dal fronte principale e dal fronte di gola.
   Inoltre, le sue artiglierie battevano la campagna antistante tra San Massimo e Santa Lucia, nonché la strada proveniente da Mantova. Il fianco sinistro del forte, diretto verso Santa Lucia, era il più esteso, per la sua principale azione di combattimento; anche il ridotto semicircolare era parzialmente ruotato verso sud.

   Il ridotto casamattato era a segmento di torre circolare (Segmentthurm), su un solo piano, con copertura terrapienata disposta a piattaforma per l’artiglieria; anche al piano terra potevano essere collocate artiglierie in casamatta. Due tratti di muro convergenti collegavano il ridotto al centro del fronte di gola, dal quale sporgeva, come caponiera, il ridotto di gola ordinato per fucilieri e artiglieri, anche sulla copertura terrapienata.

   Ai suoi lati, in posizione simmetrica, preceduti dal ponte levatoio, si aprivano due portali di accesso verso il piazzale interno, nel quale un pozzo forniva le riserve d’acqua per la guarnigione.
   Il terrapieno semiottagonale, con il ramparo e le postazioni d’artiglieria in barbetta, era difeso al livello del fosso asciutto dal muro distaccato alla Carnot, con le tre caponiere per il fiancheggiamento d’artiglieria. Due poterne, adiacenti al fronte di gola e con annessi locali di servizio, mettevano in comunicazione il piazzale interno con il cammino di ronda, lungo il muro alla Carnot ordinato per fucilieri, e con le caponiere.

   All’esterno, completava l’opera la controscarpa del fosso, a pendenza naturale (con muri di rivestimento solo in corrispondenza delle caponiere), e lo spalto raccordato alla campagna secondo un piano inclinato discendente.
   L’utilità del forte decadde dopo il 1861, in seguito alla costruzione della linea più avanzata del secondo campo trincerato. Mantenne la funzione di sicurezza contro le infiltrazioni di fanteria.
Il forte era intitolato al barone Konstantin d’Aspre (1789-1850), luogotenente feldmaresciallo di Radetzky nella campagna di guerra del 1848-1849.

Armamento: 17 bocche da fuoco

Presidio di guerra:

15 uomini
(dati anno 1859)  

Stato di conservazione:
   Tutte le opere di muratura sono state demolite nella prima metà del Novecento. Rimane solo il terrapieno, in pessimo stato di conservazione, intercluso tra la diramazione ferroviaria, ma accessibile da via Piatti.

 

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