Cronologia:
[a] sec. XIII (inizio): fondazione del monastero di Santo Spirito.
[b] 1360: prima ricostruzione della chiesa di Santo Spirito.
[c] 1488: seconda ricostruzione della chiesa di Santo Spirito.
[d] 1642: costruzione della chiesa e dell’ospedale di San Giacomo (San Giacopo) di Galizia (o della Valverde).
[e] 1739: l’ospizio di San Giacomo è convertito a ricovero per le Penitenti del Soccorso.
[f] 1751: ristrutturazione della chiesa e dell’ospedale di San Giacomo di Galizia.
[g] 1805-1810: per decreto napoleonico è soppresso il convento di Santo Spirito; chiesa e convento sono demanializzati e destinati a ospedale militare. È soppresso l’ospizio con chiesa di San Giacomo di Galizia; gli edifici, incamerati dal Demanio, rimangono inutilizzati. È soppresso l’ospizio con chiesa di Santa Maria della Valverde; gli edifici sono demanializzati.
[h] 1838-1840: è documentata la destinazione a ospedale militare del monastero demanializzato di Santo Spirito e dell’ospizio demanializzato di San Giacomo di Galizia.
[i] 1852-1856: costruzione del nuovo Ospedale di Guarnigione.

Committente/Progettista:
[a] Ordine di San Marco di Mantova / progettista sconosciuto.
[b] Ordine delle Benedettine / progettista sconosciuto.
[c] Ordine delle Benedettine / progettista sconosciuto.
[d] Dati non documentabili.
[e] [f] Opera Pia Penitenti del Soccorso / progettista sconosciuto.
[h] Impero absburgico; F.M. J. Radetzky (Comandante d’Armata) / —
[i] Impero absburgico; F.M. J. Radetzky (Comandante d’Armata) / tenente colonnello Conrad Petrasch (Direttore della Genie Direction di Verona); capitano di I classe Julius Bolza (in servizio alla Genie Direction di Verona).

Proprietà:

   Demanio dello Stato. In uso all’Esercito come ospedale.

Descrizione:
   L’impianto architettonico del nuovo ospedale corrisponde al progresso delle scienze mediche raggiunto nella prima metà dell’Ottocento: sono qui applicati i più progrediti indirizzi di tecnica sanitaria, di igiene edilizia, nonché di organizzazione amministrativa del servizio di sanità militare.

   L’ospedale è composto di due parti maggiori, tra di loro coordinate, nelle quali possiamo identificare la prima edificazione (il corpo a “H”) e il successivo ampliamento (il corpo a “L”).
   Il grandioso impianto disposto sulla forma planimetrica a “H” è formato di corpi rettilinei, elevati su quattro piani: due fabbricati contrapposti, paralleli, sono collegati in asse da un corpo minore. Nel corpo mediano di collegamento sono previsti i servizi generali di ogni piano, le sale di terapia, la cappella. Le scale erano a rampe interrotte da piani intermedi, ed erano predisposte con gradini ad alzata assai ridotta, per renderle più comode ai malati.

   A questo primo grandioso impianto si aggiunse l’ampliamento: il grande corpo rettilineo su quattro piani, a forma di “L”, verso corso Porta Palio.
   La capienza era pianificata per 1400 ammalati (2000 in caso di emergenza), da ricoverare nelle sale disposte in serie nei corpi rettilinei, disimpegnate dal corridoio laterale, assai ampio. Ogni sala accoglieva 14 letti, e la notevole altezza interna era stabilita sullo standard igienico di 30 mc d’aria pro capite. In tempo di pace nell'ospedale dovevano essere ricoverati i soldati di presidio nella piazzaforte e i loro familiari, ma in tempo di guerra doveva servire all’Armata impegnata nelle operazioni.

   Prospicente alla circonvallazione interna, del tutto isolato per convenienza igienica, era situato lo stabilimento per le cucine, la lavanderia e la disinfezione, annesso all’edificio per l’obitorio e la sala anatomica.
   Completamente separati sono gli spazi previsti per gli altri servizi generali. L’amministrazione, la farmacia con gli annessi magazzini, gli alloggi per il direttore e gli ufficiali medici superiori erano collocati nella parte superstite di San Giacomo del Soccorso, con il chiostro archeggiato, su due ordini, restaurato. Alla preesistenza si coordina, in pianta, il nuovo ospedale. La sua ala rettilinea posta ad occidente (corpo a “H”) si allinea alla facciata di San Giacomo rivolta ad oriente.

   Nel sistema delle corti dell’ospedale erano inseriti quattro spazi disposti a giardino: quello d’ingresso e il corrispondente simmetrico, nel corpo a “H”, poi il parco geometrico su due livelli, contenuto all’interno del corpo a “L”, infine il parco a disegno naturalistico, con la recinzione a pilastri, verso corso Porta Palio.
   Il Garnisons Spital è pensato come un palazzo urbano, privo di connotati militari, ma adeguato alla solenne grandiosità dell’insieme, più imperiale che guerresca, immagine della provvidenza statale absburgica. Nell’architettura neoclassica di Bolza prevale la memoria del Settecento prussiano e sassone. Bolza si riferiva non solo alla partitura compositiva del tardo barocco tedesco, ma ne riprendeva i grandi temi spaziali, paesistici e prospettici. L’insolita assialità longitudinale è orientata dal preesistente convento di San Giacomo.

   Il corpo mediano trasversale dell’edificio a “H”, che sbarra l’antica strada diretta alle mura, si erge come meta prospettica: il pronao centrale, a timpano, su due ordini, riproduce il motivo della sanmicheliana Porta Nuova. Sulla copertura emerge la neoclassica torretta ottagonale, con l’orologio e le campane. Il prospetto verso corso Porta Palio, connotato dal possente colonnato dorico esastilo, su ordine gigante, è desunto dal colonnato sanmicheliano di Porta Palio; anche se il disegno ha una diversa connotazione stilistica, tra le due opere si stabilisce una relazione visiva, prospettica.

Stato di conservazione:
   Il complesso è in buone condizioni di conservazione. All’interno dell’ospedale militare esiste ancora il chiostro meridionale San Giacomo di Galizia alla Valverde.

Osservazioni:
   La disposizione del complesso dell’Ospedale di Santo Spirito nei vasti appezzamenti a orto e giardino, a meridione della Valverde, comprende terreni ed edifici appartenuti ai preesistenti conventi di Santo Spirito, San Giacomo (o San Jacopo) di Galizia (o della Valverde), e Santa Maria della Valverde.

   Il monastero dei Canonici dell’Ordine di San Marco, di Mantova, venne fondato all’inizio del XIII secolo presso la chiesa di Santo Spirito, che sorgeva su una piccola altura, allora in aperta campagna. Dal 1350, trasferiti i frati, rimasero le monache, passate nel 1354 all’Ordine Benedettino. La chiesa fu ricostruita nel 1360 e nuovamente nel 1488. Il campanile è del 1596-1599. Alla chiesa erano annessi due chiostri, pertinenze articolate su corti, un grande orto retrostante.

   La chiesetta di San Giacomo o San Jacopo di Galizia, con l’annesso ospizio per poveri e pellegrini, era stata edificata quasi di fronte al monastero di Santo Spirito, nel 1642. Dal 1739, l’ospizio è convertito a ricovero per le Penitenti del Soccorso, opera pia istituita in quell’anno. Dopo la ristrutturazione dei fabbricati, nel 1751, l’istituto prese il nome di Soccorso di San Giacomo di Galizia alla Valverde. Nell’assetto raggiunto nel 1751 il complesso di San Giacomo del Soccorso aveva impianto simmetrico rettangolare con due chiostri divisi dal corpo assiale della chiesa. Altri lavori eseguiti negli anni 1768-1769 riguardarono probabilmente la ricostruzione della chiesa.

   Un’altra antica istituzione ospitaliera era presente nelle immediate vicinanze di San Giacomo del Soccorso, e prospettava all’inizio della via degli Scalzi: si tratta della chiesetta di Santa Maria Vergine, detta della Valverde, con annesso ospedale per pellegrini e infermi, che fu edificata nel 1321. La corporazione laicale fondatrice fu soppressa negli anni 1805-1810 per decreto napoleonico; gli edifici vennero demanializzati. I medesimi provvedimenti vennero applicati verso il convento di San Giacomo del Soccorso e il convento di Santo Spirito. Il monastero e la chiesa di quest’ultimo furono destinati a ospedale militare per l’esercito napoleonico del Regno d’Italia.

   La destinazione a ospedale militare venne confermata dall’amministrazione austriaca, ed estesa al vicino convento di San Giacomo del Soccorso, inutilizzato dal 1806, dopo la soppressione napoleonica. Costituito il primo nucleo dell’ospedale militare con interventi di manutenzione e semplice adattamento degli edifici, fu chiusa al pubblico accesso la via di Santo Spirito, dalla Valverde alla strada di circonvallazione interna; essa divenne uno spazio intercluso tra i due conventi demanializzati.

   Il monastero di Santo Spirito e l’ospizio di Santa Maria della Valverde furono rasi al suolo nel 1852, per la costruzione del nuovo ospedale militare absburgico, su progetto del capitano ingegnere Julius Bolza. A cantiere da poco avviato (corpo di fabbrica orientale a “H”) il feldmaresciallo Radetzky dispone l’ampliamento dell’ospedale per la capienza complessiva di oltre 2000 malati, in caso di guerra; Bolza delinea così il progetto del monumentale corpo di fabbrica a “L” prospettante su corso Porta Palio. I lavori si concludono nel 1856.

   Il complesso absburgico di Santo Spirito ha mantenuto ininterrottamente, fino a oggi, la sua destinazione originaria: è infatti ancora usato come ospedale militare dall’Esercito Italiano.

 

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