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Cronologia:
[a] sec. XII (prima metà): costruzione e successivo
rinnovamento della chiesa di Santa Croce e del monastero.
[b] 1571: il monastero è ceduto ai frati Cappuccini di San
Francesco; la chiesa è chiamata “San Francesco dei
Cappuccini”.
[c] 1618: restauro della chiesa.
[d] 1628: restauro della chiesa e del monastero dopo l’esplosione
della vicina polveriera situata nella Torre della Paglia.
[e] 1805-1810: monastero e chiesa sono demanializzati per decreto
napoleonico.
[f] 1838-1840: sistemazione del complesso conventuale per l’insediamento
della caserma dei Pontieri (poi Caserma e Stabilimento dei Pionieri).
Committente/Progettista:
[a] Ospitalieri Laici detti Conversi / progettista sconosciuto.
[b] Ordine dei Cappuccini di San Francesco d’Assisi / progettista
sconosciuto.
[c] Ordine dei Cappuccini di San Francesco d’Assisi / progettista
sconosciuto.
[d] Ordine dei Cappuccini di San Francesco d’Assisi / progettista
sconosciuto.
[f] Impero absburgico; F.M. J. Radetzky (Comandante d’Armata)
/ maggiore Johann von Hlavaty (Direttore dei lavori di fortificazione
di Verona)
Descrizione:
Nell’assetto ottocentesco, il complesso
era costituito dalla caserma per il 3° Battaglione dei Pionieri,
e dallo stabilimento (Etablissement) per il deposito e
la manutenzione dei materiali da ponte. Si articolava su più
corpi di fabbrica, che rispecchiavano l’originario impianto
conventuale: essi erano disposti attorno a due corti chiuse, e a
una corte aperta, rivolta a oriente verso la riva dell’Adige,
ancora munita dalla cortina muraria scaligera. La maggior parte
degli edifici si elevava su di un solo piano, a eccezione del fabbricato
d’angolo, a nord ovest, su due piani, che prospettava sul
corso antico (via dei Cappuccini, oggi via del Pontiere).
La chiesa, a navata unica con cappelle aggiunte
su un fianco, si identifica nel corpo di fabbrica settentrionale
della corte aperta. Sull’ingresso campeggiava una deposizione,
in affresco, di Paolo Farinati.
L’edificio era in stile romanico, a conci
di tufo squadrato, con cornice di gronda ad archetti pensili; ma
la sua facciata era stata rovinata, aprendovi porte e finestre,
come ricorda Simeoni nella sua Guida di Verona.
Facevano parte dello stabilimento dei Pontieri
due lunghe tettoie addossate alle opposte facciate della cinta scaligera
sull’Adige; esse servivano al rimessaggio dei pontoni, e perciò
erano a diretto contatto col fiume: dal passaggio aperto presso
una torre scaligera si accedeva allo scalo di manovra. Il tutto
era difeso da una caponiera casamattata per fucilieri, protesa all’esterno
della cinta scaligera, che batteva a tiro radente la riva fluviale.
La vasta pertinenza della caserma, già
appartenente al convento, si estendeva dall’Adige al corso.
Si affacciava a nord verso la Caserma
delle Franceschine, e a sud confinava con il celebre giardino
di villa Gazola, ornato di statue, uccelliere, fontane e viali ombrosi,
cinto anch'esso dalle mura scaligere sull’Adige.
Stato di conservazione:
Il convento, con la chiesa, fu distrutto dai bombardamenti
aerei del 1945.
Osservazioni:
La chiesa esisteva già nel XII secolo (1122),
ed era intitolata alla Santa Croce e alla Santa Carità; è
documentato il suo rinnovamento nel 1141. Apparteneva ai frati Ospitalieri
Laici detti Conversi, i quali avevano cura degli infermi ricoverati
nell’annesso ospedale.
Nel 1225 l’ospedale venne trasferito e unificato
con quello di San
Giacomo alla Tomba (detto della rogna, esistente dal
IX secolo). La chiesa di Santa Croce fu affidata ai frati di San
Marco di Mantova, che seguivano la regola agostiniana; la loro presenza
è documentata nel 1289. In un chiostro separato vi erano
le Agostiniane. Nel 1332 le monache cambiarono l’ordine in
quello delle Benedettine, e i frati furono traslocati.
In seguito alla formazione della cittadella, voluta
da Gian Galeazzo Visconti (1387-1402), il monastero si trovò
compreso in quel vasto ambito urbano, destinato all’uso militare.
Le monache abbandonarono il convento nel 1416,
anno in cui nella cittadella si accamparono numerose le milizie
venete. Nel 1571 il monastero fu ceduto ai frati Cappuccini di San
Francesco; da allora la chiesa cominciò a essere chiamata
San Francesco dei Cappuccini. La chiesa fu restaurata nel 1618,
e di nuovo dopo il 1624, anno in cui fu rovinata dallo scoppio della
vicina polveriera nella Torre della Paglia.
Negli anni 1805-1810 il convento fu soppresso
e gli edifici, incamerati dal Demanio Napoleonico, furono inizialmente
affittati a privati. Negli anni 1838-1840, nel complesso conventuale
riadattato si insediò, in ragione della vicinanza all’Adige,
la Caserma dei Pontieri, con lo stabilimento dei materiali da ponte.
Ai pontieri, successivamente unificati al Corpo
dei Pionieri, spettava la costruzione dei ponti di barche in tempo
di guerra; in tempo di pace eseguivano trasporti fluviali per lo
Stato. Lo stabilimento, inoltre, amministrava i materiali da ponte,
i legnami d’opera, custodiva i pontoni e provvedeva alla loro
manutenzione. Nel 1865, i principali depositi dei Pionieri erano
situati a: Klosterneuburg sul Danubio, presso Vienna, e a Verona.
Altri distaccamenti erano a: Scharnstein, Praga, Pressburg, Comorn,
Pesth, Szegedin, Esseg, Peterwardein, Semlin, Pancsova, Temesvar,
Gisseck. Nella Caserma e nello Stabilimento dei Cappuccini Vecchi
erano acquartierati 184 uomini.
Nel Regno d’Italia la Caserma dei Pontieri,
ulteriormente ampliata, venne mantenuta in uso fino alla seconda
guerra mondiale. Una targa di bronzo, all’inizio del lungadige
dei Capuleti, ricorda l’antica destinazione militare del luogo.
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