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Cronologia:
[a] 1519-1536: costruzione della chiesa, dell’ospedale
e della corte agricola.
[b] 1797: chiusura dell’ospedale e suo trasferimento alla
Casa della Misericordia in piazza Bra.
[c] 1863: è documentata la destinazione a caserma comunale
del complesso ospedaliero dismesso.
Committente/Progettista:
[a] Comunità di Verona / progettista sconosciuto.
[c] Congregazione Municipale di Verona / —
Proprietà:
Comune di Verona.
Descrizione:
La caserma comunale occupava, a esclusione della
chiesa, i preesistenti edifici, opportunamente adattati, del soppresso
ospedale di San Giacomo e San Lazzaro, un tempo adibiti a infermeria
e a corte rurale.
All’interno del recinto perimetrale si distingueva
il blocco principale degli edifici disposti attorno alla corte quadrata,
con loggiato, nei quali si identificano le antiche infermerie; altri
edifici, attigui, attorno alla corte minore ospitavano, in origine,
la residenza priorale e altri servizi dell’ospedale. Adiacenti
al recinto murario altri fabbricati, con barchesse porticate erano
originariamente destinati alla casa del fattore e agli annessi rustici.
Un pozzo coperto, situato nella corte d’ingresso, a est, assicurava
la riserva d’acqua.
Gli edifici si elevavano per uno o due piani;
la razionalità della loro disposizione planimetrica richiama
i modelli dell’architettura conventuale. L’adattamento
ottocentesco all’uso militare, con numerose scuderie, fa pensare
che si tratti di una caserma sussidiaria destinata alla cavalleria
o al treno d’armata.
Stato di conservazione:
Il complesso conventuale di San Giacomo, poi caserma,
tornò ad assumere l’antica destinazione sanitaria alla
fine del sec. XIX; l’istituto era riservato ai malati di mente.
La nuova destinazione richiese la costruzione di nuovi edifici e,
probabilmente, la trasformazione di quelli preesistenti.
Ciò che oggi rimane del monastero-ospedale
è ora compreso nel nosocomio di Borgo Roma, e in particolare
nella parte riservata alla facoltà universitaria di Medicina
e Chirurgia. Qui sono ancora in corso lavori di ristrutturazione
e di costruzione di nuovi edifici. La parte conservata, seppure
molto rimaneggiata, corrisponde al corpo di fabbrica della vecchia
infermeria, disposta lungo il muro che la separava dal brolo.
La chiesetta di San Giacomo è inaccessibile;
benché sia conservata quasi integralmente, l’aspetto
dall’esterno è di totale abbandono e di degrado; è
circondata strettamente da nuovi edifici dell’ospedale, nonché
dalla piazzola di atterraggio dell’elicottero.
Il sagrato, anch’esso inaccessibile, sembra
in parte destinato a deposito di materiali da cantiere, in parte
è abbandonato e invaso dalla vegetazione spontanea. Il brolo
è in gran parte occupato dal parcheggio interno dell’Ospedale,
e in parte destinato a verde pubblico.
Osservazioni:
Negli anni 1517-1518, la formazione della spianà,
spazio esterno circostante alle mura privo di ostacoli e soggetto
al tiro d’artiglieria dei difensori, richiese che a Verona
venissero rasi al suolo borghi e fabbricati di ogni genere presenti
nel raggio di un miglio veneto (1740 metri circa), all’esterno
della Cinta Magistrale.
Per questa ragione furono demoliti anche l'ospedale
e la chiesa di San Giacomo e San Lazzaro, che sorgevano dal sec.
XIII in Basso Acquar; opere controllate dalla Comunità di
Verona. La nuova chiesa fu costruita negli anni 1519-1522 alcuni
chilometri più a sud, lungo la strada per Ostiglia, nel luogo
chiamato Valgranda (Tomba Nova). L’ospedale annesso, probabilmente
ultimato nel 1536, era destinato all’assistenza degli scabbiosi,
dei rognosi, e in generale agli affetti da malattie della pelle.
Il complesso era integrato da una corte agricola,
legata alla conduzione del vasto patrimonio rurale dell’Ospedale.
Negli anni 1565-1566 fu sostituita la vecchia infermeria, considerata
insufficiente, con un nuovo corpo di fabbrica. Nell’assetto
documentato alla fine del XVIII secolo (1792, disegno di Antonio
Pasetti), il complesso è formato dalla chiesa, affiancata
dalla sagrestia e dalla casa del cappellano, col prospiciente sagrato
e l’attiguo cimitero, circondato dal muro di recinzione. A
questa unità si affiancava l’insieme maggiore, anch'esso
recintato, composto dalla corte principale, quadrata, con l'infermeria,
la casa del priore e vari servizi dell’ospedale. A questa
era adiacente la corte minore con la casa del fattore e la barchessa
di pertinenza. Lungo il muro di recinzione era situato il fabbricato
con la casa dei lavoranti, dell’affittuale, con le stalle,
i fienili, e l’alta torre colombaia, sulla testata orientale.
Nell’anno 1797 si decise la chiusura dell’ospedale.
Tutti i ricoverati furono trasferiti alla Casa della Misericordia,
in Piazza Bra.
Conservato nel patrimonio comunale, dopo la metà
dell’Ottocento l’originale complesso ospedaliero e agricolo
venne adattato all'uso di caserma per arma a cavallo.
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