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Cronologia:
[a] 1230: costruzione della chiesa (San Francesco al Corso)
e del monastero.
[b] 1459: rinnovamento della chiesa e del monastero.
[c] 1624: distruzione della chiesa e dell’annesso monastero
per l’esplosione della vicina polveriera (Torre della Paglia).
[d] 1625: ricostruzione della chiesa e del monastero.
[e] 1805-1810: monastero e chiesa sono demanializzati per decreto
napoleonico.
[f] 1820: il monastero ospita l’orfanotrofio e l’Istituto
per le Zitelle Povere.
[g] 1845-1850: ristrutturazione di parte del complesso conventuale
per destinarlo a caserma.
Committente/Progettista:
[a] Rainero Zeno, podestà di Verona / progettista sconosciuto.
[b] Ordine delle Convertite, Ordine delle Franceschine / progettista
sconosciuto.
[d] Ordine delle Franceschine / progettista sconosciuto.
[f] Congregazione Municipale di Verona / progettista sconosciuto.
[g] Congregazione Municipale di Verona / progettista sconosciuto.
Proprietà:
Comune di Verona. Nella parte superstite del complesso
conventuale ha sede il Museo degli Affreschi; qui è anche
situata la cosiddetta Tomba di Giulietta.
Descrizione:
Nell’assetto ottocentesco, la caserma occupava
parte del complesso conventuale delle Franceschine, a tale fine
ristrutturato e adattato; gli edifici del monastero convertiti all’uso
militare erano disposti sui tre lati del chiostro annesso alla chiesa,
la quale manteneva tuttavia destinazione civile, con parte del chiostro
medesimo. Sul lato occidentale due corpi paralleli delimitavano
una corte, alla quale era annessa l’ampia pertinenza recintata
che si affacciava sul corso antico, (via dei Cappuccini, oggi via
del Pontiere).
La caserma poteva acquartierare 490 uomini.
Stato di conservazione:
Il complesso conventuale fu gravemente danneggiato
dai bombardamenti aerei del 1945. I lavori di recupero sono stati
iniziati solo negli anni settanta del Novecento.
Osservazioni:
La chiesa fu eretta nel 1230 in memoria del luogo
che avrebbe ospitato San Francesco d’Assisi, quando venne
a Verona nel 1220. Nell’annesso convento si insediarono i
Frati Minori conventuali. Nel 1275 il monastero fu ceduto all’Ordine
di San Marco di Mantova. Nel 1366 le poche monache ancora presenti
nel convento presero l’abito di San Benedetto. Soppresso nel
1447 per mancanza di monache, fu riaperto nel 1548 per le Convertite
e Povere Cittelle. La chiesa fu rinnovata nel 1459, ma nel
1624 lo scoppio della vicina polveriera (Torre della Paglia) la
fece crollare assieme a parte del monastero; la ricostruzione iniziò
l’anno successivo.
Per decreto napoleonico il convento fu soppresso
del 1805-1810; gli edifici demanializzati e destinati a vari usi.
Nel 1820 era qui sistemato il pubblico orfanotrofio
e l’Istituto per le Zitelle Povere (Accolte Franceschine),
che occupavano solo parte del monastero. L’Istituto delle
Franceschine fu trasferito nella sede di via Carlo Montanari nel
1842.
È incerta la destinazione militare in epoca
absburgica. Alcune fonti ricordano che vi fu insediato il servizio
dei trasporti militari (treno d’armata), che vi comprendeva,
oltre i mezzi di trasporto per via ordinaria (carreggi leggeri e
pesanti con relativi quadrupedi e conducenti), anche alcune imbarcazioni
per i trasporti fluviali. Altre fonti, invece, indicano nei medesimi
edifici la casa dei trasporti militari (Pianta di Verona del Penuti,
1858, 1865); si tratterebbe allora di una Transporthaus,
destinata ad approvvigionare e albergare le truppe transitanti (come
la Caserma Comunale
Trezza, sull’Isolo). L’assenza completa di scuderie,
necessarie nelle caserme del treno d’armata, osservabile nella
pianta, farebbe tuttavia escludere la prima ipotesi a favore della
seconda, ossia che si trattasse di una caserma destinata alle truppe
in transito.
Nel primo Novecento il complesso fu sede dell’Istituto
di Tabacchicoltura. Nel 1937, in seguito all’iniziativa di
Antonio Avena, il Comune di Verona decise il recupero del complesso
conventuale, già allora meta di turismo a causa della consolidata
tradizione che lo indicava quale luogo di sepoltura di Giulietta
Capuleti. Lo spazio antistante è stato sistemato a giardino,
per rendere decoroso l’ingresso al monumento.
All’interno, sono stati disposti due vani
sotterranei, in modo da ricostruire la cripta destinata a ricevere
l’urna dell’eroina shakespeariana.
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