Cronologia:
[a] 1321-1325: costruzione della cinta turrita scaligera, preesistente al cavaliere cinquecentesco.
[b] 1538-1540: costruzione delle cortine terrapienate e del cavaliere sanmicheliano.
[c] 1836-1837: restauro e adeguamento difensivo del cavaliere.

Committente/Progettista:
[a]: Cangrande I della Scala; maestro Calzaro.
[b]: Repubblica Veneta; Michele Sanmicheli.
[c]: Impero absburgico; FM. J. Radetzky, Franz von Scholl.

Proprietà:
   Demanio dello Stato. In via di cessione al Comune di Verona (Legge 30.5.1989, n. 225).

Descrizione:
   Dei tre cavalieri della cinta magistrale di destra d’Adige, il Cavaliere di San Giuseppe è quello di maggiori dimensioni e il più munito per la difesa. Il cavaliere sanmicheliano venne edificato nella posizione della preesistente Porta di San Massimo. Una rampa a lieve pendenza consente di accedere alla piattaforma, originariamente ordinata per artiglieria e protetta dal parapetto. I merloni dei fianchi sono stati chiusi ed incorporati nella muratura durante il restauro ottocentesco. È dotato di vani interni, disposti sotto il terrapieno, originariamente collegato alla galleria di contromina.

   Le cortine annesse, cinquecentesche, sono formate da terrapieno e da muro di rivestimento aderente, con paramento laterizio; il suo profilo è a scarpa, ossia in pendenza sino all’altezza della cordonatura di pietra (toro). Il muro di coronamento superiore, verticale, sostiene il parapetto di terra, con scarpata a pendenza naturale. Il muro aderente è attraversato da una galleria di contromina, provvista di spiragli per la luce e per l’aria.

Stato di conservazione:

   Il tratto di cinta che comprende la cortina tra i bastioni di San Procolo e di San Bernardino è quello che presenta il migliore stato di conservazione e di manutenzione della cinta a destra d’Adige. Il recente intervento di riqualificazione ha consentito di liberare la terrazza (piattaforma) del cavaliere dalla vegetazione spontanea e da buona parte degli alberi ad alto fusto disposti in modo del tutto incongruo all’opera fortificata. In seguito alla demolizione napoleonica, è stato interrotto il collegamento tra i vani interni e la galleria di contromina.

Osservazioni:
   Nel tratto di cinta che comprende la cortina tra i bastioni di San Procolo e di San Bernardino la funzione a verde pubblico è stata recentemente recuperata per opera dell’associazione Legambiente Volontariato, coadiuvata dal Comune di Verona e dalla Fondazione Cariverona, la cui iniziativa ha posto fine a diffuse condizioni di degrado fisico, sociale e ambientale. Dei vani del cavaliere, due sono in uso a un’associazione privata (Alpini), e uno a Legambiente. Gli spazi esterni sono occupati dalle piscine comunali, le cui strutture non hanno tenuto alcun conto delle presenze fortificatorie sanmicheliane.

 

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