Cronologia:
[a] sec. XV: probabile impianto della corte agricola.
[b] 1509: è documentata l'esistenza della corte “Le chiodare”.
[c] 1863: è documentata la destinazione a caserma comunale di parte della corte Drago (Casa Bajeta).

Committente/Progettista:
[a] [b] Famiglia Leone (Leoni) / progettista sconosciuto.
[c] Congregazione Municipale / —

Proprietà:
   Privata.

Descrizione:
   La Caserma Comunale Casa Bajeta, per truppe montate, era sistemata in parte degli edifici della corte Drago, di originaria destinazione agricola, produttiva e padronale. La corte quadrangolare, irregolare, era situata in prossimità del fiume Fibbio, alla fine del viale alberato che si staccava, verso nord, dalla strada proveniente da Verona, prima dell’abitato di San Martino. La caserma occupava una parte della casa padronale (edificio meridionale a blocco, su due piani), e tutta l’ala occidentale, ossia la barchessa porticata con le scuderie. Una lunga tettoia, probabilmente a uso di fienile, era disposta lungo il fronte stradale a destra del viale d’ingresso.

Stato di conservazione:
   Gli edifici sono ancora conservati, ma modificati da successivi interventi. La ristrutturazione degli anni 1930-1940 ha causato la demolizione del porticato della stalla, originariamente retto da pilastri di tufo.

Osservazioni:
   La corte agricola Bajeta, detta anche corte Drago, dalla fine dell’Ottocento fa parte della grande pertinenza della Musella; dal cancello d’entrata, sulla strada proveniente da Verona, la corte si raggiunge attraverso il viale ornato da platani.

   La casa padronale forma il lato meridionale della corte; sul lato orientale si trova l’antica cucina con il grande camino, ancora conservato, e le case contadine; il lato occidentale è formato dalla stalla con porticato e con fienile al piano superiore; il lato settentrionale è formato dalla torre colombaia e da altri fabbricati residenziali. Sulla parete esterna della stalla (sud) si scorge un affresco, attribuito a Francesco Lorenzi, datato attorno al 1772, con l’Adorazione dei Magi.

   L’ impianto della corte si fa risalire al XV secolo; la sua esistenza è documentata nel 1509, quando era denominata “Le chiodare”, per la destinazione di parte degli edifici alla produzione di chiodi: le macchine dell’officina erano azionate dall’annesso mulino sul fiume Fibbio.

   La proprietà della corte, dal XV al XIX secolo, è passata a diverse famiglie: i Leoni, i Basso, i Drago, gli Huberti, i Savinelli, i Trezza. Il toponimo corte Drago venne usato a partite dal 1631, quando Giulia Basso sposò Leonardo Drago. A quest’epoca è ancora documentato il funzionamento del mulino. La proprietà fu ceduta agli Huberti nel 1760, e da questi passò ai Savinelli nel 1833.

   Gli edifici usati come caserma comunale sono individuabili nel Plan der Stadt und Umgebung von Verona (foglio XI), rilevato nell’anno 1835. Casa Bajeta è qui individuata col toponimo di Draggo.
   I Savinelli mantennero la proprietà fino al 1881, quando passò per eredità materna a Silvio Fracastoro, il quale nello stesso anno la cedette al cav. Cesare Trezza, già proprietario di gran parte dei terreni dell’attuale Musella.

   Nell’Ottocento la corte probabilmente non era occupata dai proprietari; Bajeta potrebbe essere il cognome dell’affittuario. Parte della corte, presa a pigione dalla Congregazione Municipale, era destinata a caserma sussidiaria di cavalleria, come risulta dal repertorio degli edifici militari absburgici redatto nel 1863.

 

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