Cronologia:
[a] sec. XII: costruzione della chiesa e del monastero di San Bartolomeo della Levà (o della Levata).
[b] 1592: riedificazione della chiesa.
[c] 1758-1763: ricostruzione del monastero e restauro della chiesa.
[d] 1805-1810: convento e chiesa sono demanializzati e destinati all’uso militare, per decreto napoleonico.
[e] 1845-1850: ristrutturazione del complesso conventuale per destinarlo a caserma.
[f] 1874: progetto per la nuova caserma di cavalleria su corso Porta Palio.

Committente/Progettista:
[a] Ordine degli Umiliati / progettista sconosciuto.
[b] Ordine delle Monache Benedettine di San Faustino / progettista sconosciuto.
[c] Ordine delle Monache Benedettine di San Faustino / Adriano Cristofali, ingegnere.
[e] Congregazione Municipale di Verona / progettista sconosciuto.
[f] Regno d’Italia; Esercito Italiano / capitano ingegnere Giuseppe Donesana, in servizio alla Direzione del Genio di Verona.

Proprietà:
   Demanio dello Stato. In uso all’Esercito.

Descrizione:
   Nell’assetto ottocentesco la grande caserma comunale, per fanteria e trasporti militari, poteva acquartierare 274 uomini e 157 cavalli; essa occupava i preesistenti edifici conventuali, ristrutturati, disposti a formare il grande chiostro rettangolare, ed elevati su due piani. Sul lato settentrionale si apriva un’altra grande corte, ottenuta unificando i due chiostri preesistenti.
   Il fronte di corso Porta Palio era formato da un fabbricato a un solo piano, nel quale era inserito il portale d’ingresso. Al piano terra, in entrambe le corti, gli edifici erano quasi completamente destinati alle scuderie per i quadrupedi dei trasporti militari (treno d’armata).

Stato di conservazione:
   La caserma è stata gravemente danneggiata dai bombardamenti arerei del 1945; parte del fabbricato sul corso e dei fabbricati interni sono stati demoliti per allargare via degli Scalzi e per costruire un nuovo fabbricato militare.

Osservazioni:
   Nella prima metà del sec. XII frati e monache degli Umiliati fondarono un monastero, con la chiesa dedicata a San Bartolomeo. L’ordine fu soppresso nel 1571; la chiesa e il monastero passarono all’Ufficio dell’Inquisizione, che vi alloggiò i monaci seminaristi, qui rimasti sino al 1579.

   Nello stesso anno il convento fu assegnato alle monache di San Faustino, che vi si stabilirono nel 1584, e che dal 1592 fecero riedificare la chiesa. Il monastero, gravemente danneggiato dall’inondazione del 1757, fu riedificato negli anni 1758-1763, su progetto di Adriano Cristofali; nello stesso periodo fu restaurata la chiesa.

   Soppresso e demanializzato il convento negli anni 1805-1810, per decreto napoleonico, chiesa e monastero passarono poi alla Congregazione Municipale che li adattò a caserma, negli anni 1845-1850, mettendoli a disposizione dell’esercito absburgico. Nella pianta di Verona pubblicata nel 1850, rielaborata per uso militare negli anni 1852-1853, al n° 172 della legenda stampata è indicata la caserma di San Bartolomeo per Infanteria e Trasporti militari; nella legenda manoscritta aggiunta è specificata la capienza per 274 uomini e 157 cavalli. Altre fonti indicano che la medesima caserma fosse destinata alla cavalleria.

   Annesso il Veneto al Regno d’Italia (1866), la grande caserma venne destinata alla cavalleria; nel 1874 venne ristrutturata, sopraelevando di un piano il fabbricato su corso Porta Palio. Successivamente la caserma venne intitolata al generale Giuseppe Pianell.

 

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