Cronologia:
[a] 1321-1324: scavo del fossato nel banco di tufo e costruzione della cinta turrita.
[b] 1390: inizio della costruzione di un nuovo recinto con 5 torri (castello visconteo), annesso all’esterno della cinta scaligera.
[c] 1406-09: completamento del castello.
[d] 1514: approfondimento del fossato e abbassamento della collina verso S.Angelo; costruzione della rondella all’estremità nord-est.
[e] 1526: costruzione del puntone occidentale.
[f] 1543-46 : costruzione del puntone orientale.
[g] 1801:bombardamento da parte dei napoleonici.
[h]1833-39, 1842-45: ricostruzione, restauro e adattamento alle nuove esigenze difensive; costruzione della Lunetta d’Arçon.

Committente/Progettista:
[a]: Cangrande I della Scala; maestro Calzaro.
[b]: Gian Galeazzo Visconti; progettista sconosciuto.
[c]: Repubblica Veneta; progettista sconosciuto.
[d]: Imperatore Massimiliano d’Austria; Cariati (?).
[e]: Repubblica Veneta; Francesco Maria della Rovere, Pier Francesco Fiorenzuoli da Viterbo.
[f]: Repubblica Veneta; Guidobaldo II della Rovere, Giovanbattista Gotti.
[h]: Impero absburgico; FM. J. Radetzky, Franz von Scholl, Johann von Hlavaty.

Proprietà:

   Demanio dello Stato. In uso all’Esercito.

Descrizione:
   Situato nel punto dominante sulle colline più prossime alla città, il complesso di Castel San Felice ha lo speciale carattere di cittadella urbana, connessa alla cinta magistrale ma completamente autonoma. Il tracciato composito, a due puntoni (tenagliato) nel fronte principale, deriva dai successivi ampliamenti.

   Gian Galeazzo Visconti ne iniziò la costruzione aggiungendo alla cinta scaligera un recinto autonomo, in modo da ottenere un castello, al quale si accedeva mediante un varco aperto nella stessa cinta. Durante l’occupazione imperiale (1509-1517), Massimiliano d’Absburgo fece aggiungere una rondella (Torion del Cariati), nell’angolo nord-est del castello

   La grande tenaglia settentrionale fu costruita in due distinti periodi, nel Cinquecento. Per primo, Francesco Maria della Rovere, nel 1526, edifica il puntone occidentale (puntòn vecchio), con il quale si sperimenta anche a Verona la nuova forma del sistema bastionato. Poi, nel 1543, Guidobaldo della Rovere completa l’opera con il puntone orientale (puntòn nuovo), nel quale venne inclusa la rondella del Cariati. Il forte fu dotato di una grande cisterna interrata, di forma cilindrica, con copertura emisferica (attribuita al Sanmicheli).

   Il restauro ottocentesco, oltre alla ricostruzione delle parti demolite, riguarda anche la sistemazione dei fabbricati interni (deposito degli affusti, corpo di guardia, grande polveriera a prova di bomba), e di nuove postazioni di artiglieria, in casamatta e a cielo aperto. Nella costruzione delle opere murarie viene impiegato prevalentemente il tufo, con paramento a opus poligonale.

   Il fronte interno, verso la città (fronte di gola) viene modificato: al tracciato bastionato è sostituito il tracciato tanagliato; il muro aderente è munito da un tamburo centrale. Nel rientrante tanagliato l’accesso principale al forte, dalla città, viene spostato al centro del lato orientale dove il possente arco a trilite, di aspetto arcaico, spicca nel banco di tufo, qui affiorante. Oltre la controscarpa orientale viene costruita un’opera esterna (Lunetta d’Arçon), di muratura e terra, con duplice sortita offensiva, collegata al forte mediante una poterna.

Stato di conservazione:
   L’intero complesso è in concessione all'Esercito, ma è del tutto inutilizzato, tranne la palazzina (1950 c.a.) impiegata come foresteria per il personale militare, costruita nel fosso magistrale. L’abbandono e l’incuria, il proliferare della vegetazione spontanea all’interno del forte e nel fosso magistrale causano il progressivo degrado.

 

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