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Cronologia:
[a] sec. XII: costruzione della chiesa di San Zeno in Monte.
[b] 1435-1446: costruzione del monastero.
[c] 1670-1675: ristrutturazione e ampliamento per la sede del Collegio
dei Nobili.
[d] 1805-1810: per decreto napoleonico il convento è soppresso;
gli edifici sono demanializzati e destinati all’esercito.
[e] 1854: lavori di adeguamento difensivo del complesso conventuale
da impiegare come caserma di emergenza.
[f] 1858: è documentata la destinazione del complesso conventuale
a magazzino militare.
Committente/Progettista:
[a] Congregazione del Clero Intrinseco / progettista sconosciuto.
[b] Congregazione dei Romiti Fiesolani / Moscardo di Tommaso Bonuccio.
[c] Ordine dei Somaschi / Vincenzo e Lelio Pellesina, architetti.
[e] Impero absburgico; F.M. J. Radetzky (Comandante d’Armata)
/ tenente colonnello Conrad Petrasch (Direttore della Genie
Direction di Verona); capitano Julius Bolza (in servizio alla
Genie Direction di Verona).
[f] Impero absburgico; F. M. Gyulai (Comandante d’Armata)
/ —
Proprietà:
Istituto Don Calabria.
Descrizione:
In epoca absburgica, la caserma (magazzino in
tempo di pace), occupava i preesistenti edifici del monastero di
San Zeno in Monte. Nell’articolato impianto planimetrico si
distinguono la chiesa, a navata unica, e il monastero, annesso al
suo fianco settentrionale. Il chiostro, a quadrangolo irregolare,
probabilmente appartiene all’impianto quattrocentesco, mentre
il corpo di fabbrica rettilineo sul lato settentrionale, al quale
è collegato un altro corpo di fabbrica con porticato, proteso
verso nord, possono essere riferiti all’ampliamento seicentesco
per il Collegio dei Nobili. Altri annessi di servizio sono disposti
nella corte orientale addossata alla collina, e aperta verso l’abside
della chiesa.
La destinazione a magazzino militare non aveva
richiesto trasformazioni all’architettura del convento; i
lavori di adattamento difensivo, in caso di guerra, consistevano
principalmente nella disposizione di feritoie per fucilieri nei
muri perimetrali, e nella chiusura di finestre esposte al nemico,
in caso di combattimento.
Stato di conservazione:
Il complesso conventuale, dopo varie vicissitudini
restituito all’uso religioso, è stato in parte ricostruito,
modificato e notevolmente ampliato dopo il 1936; altri lavori sono
stati eseguiti negli anni ’50-’60 del Novecento. Degli
antichi edifici è conservata la chiesa, e solo parte del
chiostro.
Osservazioni:
L’esistenza della chiesa, probabilmente
edificata nel XII secolo, è documentata nel 1265: era forse
affidata collegialmente alla Congregazione del Clero Intrinseco
ed era dedicata a San Zeno; sembra che in precedenza fosse dedicata
a Santa Maria di Betlemme. Nel 1435 presso questa chiesa fu istituito
un convento di eremitani della Congregazione Fiesolana (San Girolamo
da Fiesole); in quell’anno fu iniziata la costruzione del
monastero, affidata a Moscardo di Tommaso Bonuccio. I lavori proseguirono
almeno fino al 1446. Soppressa questa congregazione nel 1668, l’anno
seguente nel monastero si insediarono i chierici regolari Somaschi.
Nel 1670 furono eseguiti lavori di sistemazione e ampliamento per
ospitare il Collegio dei Nobili, costituito per volontà del
Senato Veneto. L’intervento fu diretto dagli architetti Vincenzo
e Lelio Pellesina. Il collegio ebbe speciale rinomanza per la qualità
dell’insegnamento e per la salubrità del luogo, tale
da essere reputato tra i migliori d’Italia.
Il convento fu soppresso negli anni 1805-1810
per decreto napoleonico; gli edifici, demanializzati, vennero destinati
a caserma e magazzino.
Chiesa e convento furono poi venduti dal Demanio
austriaco e acquisiti dal signor Kraus, impresario di Vienna. Nel
1848, durante la guerra, il complesso conventuale fu presidiato
come caserma di fanteria; tale destinazione, per casi di emergenza,
venne confermata predisponendo gli edifici per la difesa di fanteria,
con i lavori eseguiti nel 1854. Vennero aperte feritoie per fucilieri
nei muri perimetrali del monastero; le aperture più esposte
al nemico vennero murate. Tuttavia, in tempo di pace, il monastero
non era utilizzato come caserma, ma affittato dal proprietario e
destinato a magazzino dell’esercito.
Nella pianta di Verona del 1858 è indicato
nella legenda al n. 189, come Magazzino delle Monture,
di ragione comunale; invece, nella legenda allegata alla medesima
pianta, rielaborata per uso militare, il medesimo complesso conventuale
è classificato di proprietà privata, in affitto all’esercito,
destinato a Magazzino per gli Approvvigionamenti di Mobilitazione
(Augmentations Vorrath). Nella pianta del 1865, anch’essa
rielaborata per uso militare, è ancora classificato come
edificio di proprietà privata, preso in affitto dall’Erario
come Magazzino di Mobilitazione per le Monture (Augmentations
Monturs Magazin). La destinazione a magazzino militare fu probabilmente
mantenuta anche dall’Esercito Italiano, nei primi anni del
Regno Sabaudo. Il convento era passato in eredità al genero
del signor Kraus, il cav. Giacomo Laschi, che lo tenne almeno fino
al 1880; nel 1889 fu trasformato per ospitare abitazioni popolari.
Nel 1908 il complesso fu ceduto, probabilmente
dal conte Francesco Perez, alla Congregazione dei Poveri Servi della
Divina Provvidenza di Don Calabria, per ospitarvi la Casa dei Buoni
Fanciulli. La chiesa fu restaurata e restituita al culto nel 1910.
Gli edifici furono sistemati nel 1915. L’Istituto
fu notevolmente ampliato, sul fronte verso la città, secondo
il progetto elaborato nell’anno 1936 dagli architetti Banterle
e Guarienti. Altri lavori di sistemazione furono compiuti negli
anni ’50-’60 del Novecento.
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