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Cronologia:
[a] secc. V-VI: fondazione della chiesa paleocristiana.
[b] 888 (924?): distruzione della chiesa in seguita all’invasione
degli Ungheri.
[c] secc. X-XI: restauro e ampliamento della chiesa; costruzione
della cripta.
[d] 1117: la chiesa è danneggiata dal terremoto.
[e] secc. XII-XIII: rinnovamento della chiesa in stile romanico;
ampliamento della cripta.
[f] sec. XV (seconda metà): costruzione del portico archeggiato,
con sagrestia, aggiunto al fianco orientale della chiesa.
[g] secolo XVIII (inizio): chiusura del portico per l’ampliamento
della sagrestia.
[h] 1738-1739: sopraelevazione e riforma della chiesa in stile classico.
[i] 1805-1810: per decreto napoleonico la parrocchia viene soppressa
e la chiesa demanializzata.
[l] 1838-1840: è documentata la destinazione militare della
chiesa come deposito per i carri dei trasporti militari (treno
dell’esercito).
Committente/Progettista:
[a] Dati non documentabili.
[c] Dati non documentabili.
[e] Dati non documentabili.
[f] Rettore Gottardo Beltrame / progettista sconosciuto.
[g] Confraternita del SS. Sacramento / progettista sconosciuto.
[h] Confraternita del SS. Sacramento / progettista sconosciuto.
[l] Impero absburgico; F.M. J. Radetzky (Comandante d’Armata)
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Proprietà:
Comune di Verona.
Descrizione:
La chiesa demanializzata di San Procolo ha pianta
a navata unica, con abside semicircolare e cappelle laterali. Sul
fianco meridionale è annesso il porticato ad archi, con tre
campate murate. Caratteri originari dello stile romanico sono ancora
riconoscibili nella facciata, come il portale coronato dal protiro
pensile e le due finestrelle bifore, a stampella. In epoca absburgica,
senza apportare danni o trasformazioni, la chiesa demanializzata
(esclusa la sagrestia), venne destinata all’esercito, a uso
di depositi dei carri, di officina del fabbro o del maniscalco.
Stato di conservazione:
Gravemente danneggiata dai bombardamenti aerei
(1945), la chiesa è stata restaurata negli anni 1985-1988.
Osservazioni:
La chiesa paleocristiana fu edificata nei secoli
V-VI, nel luogo di sepoltura dei primi vescovi veronesi: San Procolo
fu il quarto vescovo della città. La destinazione cimiteriale
di questa zona, in margine alla via Gallica, risale all’età
romana. La chiesa venne rinnovata nella prima metà del secolo
IX dall'arcidiacono Pacifico; a quest’epoca dovrebbe risalire
anche la costruzione delle case adiacenti (collegiata di San Procolo).
Venne distrutta durante l’invasione degli Ungheri nell’anno
888 (altre fonti indicano la data all’anno 924); con la successiva
riedificazione la chiesa venne ampliata (verso ovest), e dotata
della cripta. Danneggiata dal terremoto del 1117, la chiesa venne
rinnovata, sull'impianto preesistente, in stile romanico (secoli
XII-XIII).
Nel secolo XV (seconda metà) per volere
del rettore Gottardo Beltrame viene aggiunto sul fianco meridionale
della chiesa il porticato ad archi, concluso dalla nuova sagrestia.
Nel 1493, durante i lavori di restauro, nella cripta venne scoperta
la sepoltura di San Procolo. La Confraternita della Beata Vergine,
nel 1620, fa costruire una grande cappella, aggiunta al fianco settentrionale
della chiesa, accanto al presbiterio.
All’inizio del Settecento tre archi del
portico vengono chiusi, per ampliare la sagrestia a uso della Confraternita
del SS. Sacramento (o del Corpo di Cristo). Per volontà della
medesima confraternita, negli anni 1738-1739, la chiesa viene sopraelevata
e completamente riformata in stile classico.
Negli anni 1805-1810 la parrocchia di San Procolo venne soppressa
per decreto napoleonico; la chiesa demanializzata fu inizialmente
usata dai francesi come teatro.
In epoca absburgica è documentata la destinazione
della chiesa (esclusa la sagrestia) a uso dell’esercito. Dagli
anni 1838-1840 è destinata a deposito del treno, ossia per
i carri dei trasporti militari (Fuhrwesens Wagen Depot).
Nella pianta di Verona pubblicata nel 1850 al n. 156 della legenda
è indicato lo Stabilimento per la Mascalcia, appartenente
agli Stabilimenti Militari. Successivamente, nella pianta di Verona
pubblicata nel 1858 e nel 1865, entrambe rielaborate per uso militare,
nel repertorio allegato la chiesa di San Procolo risulta destinata
all’officina del fabbro addetto al treno d’armata (Fuhrwesens
Schmiede).
Nel primo decennio del Novecento la chiesa era
destinata a maneggio e palestra della Guardia di Finanza; poi divenne
sede del circolo Andrea Costa e, nei primi anni Venti, era usata
come cinematografo. Lavori di restauro, voluti dal sovrintendente
Da Lisca, sono stati eseguiti dal 1927 (sistemazione del tetto e
apertura di due delle scale d’accesso alla cripta). Gravemente
danneggiata dai bombardamenti aerei nel 1944, è stata abbandonata
per molti anni. Solo nel 1978 si interveniva con lavori di manutenzione.
L’ultimo restauro, su progetto dell’architetto
Libero Cecchini, è stato eseguito negli anni Ottanta del
Novecento; la chiesa è stata riaperta al culto.
Prima del restauro erano ancora visibili sulla
muratura esterna i ganci di ferro ai quali venivano legati i quadrupedi
da ferrare, infissi all’epoca della sua destinazione a stabilimento
di mascalcia.
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