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Cronologia:
[a] 1842: costruzione della polveriera con l’annesso
corpo di guardia.
Committente/Progettista:
[a] Impero absburgico; F.M. J. Radetzky (Comandante d’Armata)
/ tenente colonnello Johann von Hlavaty (Direttore dei lavori di
fortificazione a Verona); capitano Leonhard De Vaux (in servizio
alla Direzione dei lavori di fortificazione a Verona).
Descrizione:
La polveriera era situata sulla destra d’Adige,
in aperta campagna, a settentrione della strada proveniente da Bussolengo-San
Vito per Chievo, presso la località Boschetto Mantico. Il
magazzino era ordinato per la difesa: un terrapieno per fucilieri,
su pianta quadrangolare, lo racchiudeva; una difesa ulteriore dai
colpi di mano era assicurata dal recinto murario interno che la
avviluppava.
La polveriera si elevava su di un solo piano;
era a pianta rettangolare su navata unica, con copertura a volte
boeme. La loro struttura era ordinaria - non a prova di bomba
- come prescritto per le polveriere destinate al tempo di pace.
Nel mezzo del lato lungo, sporgente oltre il muro
di recinzione, si protendeva un avancorpo con vano centrale passante:
da una parte si accedeva alla polveriera; nell’altra era collocata
la pesa. Accanto all’ingresso, tra il muro di sicurezza e
la polveriera vi era il pozzo per la riserva idrica. Il corpo di
guardia, col porticato antistante, era posto a circa 70 tese (circa
133 metri) dalla polveriera, sul margine della strada per Chievo.
A settentrione della polveriera, verso il boschetto Mantico, si
trovava il bersaglio militare.
Stato di conservazione:
Completamente demolita, probabilmente in seguito
ai bombardamenti aerei durante la seconda guerra mondiale.
Osservazioni:
Il magazzino poteva contenere 2000 Centner
di polveri (1120 quintali), conservate in barili.
Le polveriere Chievo e Vegron,
per il tempo di pace, erano in tutto simili. Vennero edificate secondo
il medesimo progetto, durante il primo grande cantiere absburgico,
promosso dal feldmaresciallo Radetzky, per la ricostruzione della
Cinta Magistrale di Verona.
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